Economia

Italia già in recessione tecnica, nuovo allarme del Fmi

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Nuovo allarme recessione dal Fondo Monetario Internazionale. Che, in un rapporto dal titolo “La nebbia della guerra offusca l’outlook europeo”, fa sapere che, quest’inverno, complice una miscela esplosiva tra alta inflazione e crescita fiacca, più della metà dei paesi della zona euro sperimenterà una recessione tecnica, con almeno due trimestri consecutivi di crescita negativa. Tra questi, spiccano l’Italia e la Germania: i due paesi – spiegano da Washington  – che vivranno ben tre trimestri consecutivi di contrazione a partire dal terzo trimestre del 2022.

Ma veniamo ai numeri. Il Pil italiano è atteso crescere del 3,2% quest’anno ma una contrazione dello 0,2% nel 2023, a cui seguirà un rimbalzo dell’1,3% nell’anno successivo, nel 2024.

Secondo le stime del Fmi, i maggiori prezzi dell’energia aumenteranno il costo delle vita del 7% nel 2022 e del 9% nel 2023. I “consumi privati si sono già contratti nel primo trimestre del 2022 in Francia, Spagna e Italia e, nonostante una ripresa in estate, sono previsti restare deboli nella seconda metà dell’anno” ha spiegato Alfred Kammer, il responsabile del Dipartimento europeo del Fmi.

Per combattere la corsa dell‘inflazione quindi le banche centrali delle economie avanzate dell’Europa, inclusa l’area euro, dovrebbero portare avanti una politica monetaria restrittiva probabilmente anche nel 2023, a meno che l’attività e l’inflazione non si indeboliscano nel frattempo più del previsto.

“Continuare ad alzare i tassi di interesse  è – mette ancora in evidenza Kammer – al momento un’assicurazione contro rischi che richiederebbero risposte dalle banche centrali ancora più forti e dolorose andando avanti”.

Gli indici Pmi confermano una recessione

Segnali chiari di recessione arrivano dagli indici Pmi che monitorano l’attività economica nell’area euro. A ottobre l’indice S&P Pmi manifatturiero scende a 47,9 da 48,4, portandosi ancora più al di sotto di 50 che divide l’espansione dell’economia dalla contrazione. Quello dei servizi segna 48,2 da 48,8. La risultante complessiva è un Pmi composito che scende a 47,6 da 48,1.

Secondo l’economista di S&P Global Phil Smith, i dati indicano “segnali di una recessione imminente nella principale economia dell’area euro”.

Bce: atteso un nuovo rialzo dei tassi questa settimana

E a proposito di politica monetaria, questa settimana è in programma una nuova riunione del comitato direttivo della Bce. Le stime del mercato sono per un nuovo rialzo dei tassi di 75 punti base, dopo una mossa analoga lo scorso settembre. Una previsione condivisa da Marco Valli, economista di Unicredit, che in una nota ha messo in evidenza come laBanca centrale europea sia “sempre più propensa ad addentrarsi nel territorio restrittivo nei prossimi mesi, anche se è probabile che il ritmo degli aumenti dei tassi rallenti”. Secondo la media degli analisti, a dicembre potrebbe arrivare una nuova stretta, ma da 50 punti.