Economia

Meloni: “Siamo nel pieno di una tempesta economica. Riporteremo la nave in porto”

Questa notizia è stata scritta più di un anno fa old news

“Siamo nel pieno di una tempesta economica, la nostra imbarcazione ha subito diversi danni. Gli italiani hanno affidato a noi il compito di riportare la nave in porto”.

Con queste parole la neo presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha aperto il suo primo intervento alla Camera per le dichiarazioni programmatiche del nuovo Governo. Un discorso a 360 gradi iniziato con i ringraziamenti di rito per passare alla responsabilità che dovrà affrontare il nuovo esecutivo, in primis per arginare la grave congiuntura economica venutasi a creare. Meloni ha proseguito:

“Siamo consapevoli del macigno che ci stavamo caricando sulle spalle ma ci siamo battuti lo stesso per assumerci le nostre responsabilità, non siamo abituati a scappare. E poi la nostra imbarcazione rimane nonostante le sue ammaccature la nave più bella del mondo.

Si dovrà anche a livello nazionale rafforzare le misure a sostegno di famiglie e imprese, su bollette e carburanti, un sostegno imponente per creare un argine al caro energia che ci costringerà a rinviare alcuni provvedimenti in programma. […] Soltanto un’Italia che rispetta gli impegni può avere l’autorevolezza per chiedere a livello europeo e occidentale, ad esempio, che gli oneri della crisi internazionale siano suddivisi in modo più equilibrato. È quello che intendiamo fare, a partire dalla questione energetica.  la nostra nazione, in particolare il Mezzogiorno, è il paradiso delle rinnovabili, con il suo sole, il vento, il calore della terra, le maree e i fiumi. Un patrimonio di energia verde troppo spesso bloccato da burocrazia e veti incomprensibili. Insomma, sono convinta che l’Italia, con un po’ di coraggio e di spirito pratico, possa uscire da questa crisi più forte e autonoma di prima”.

Cosa farà il governo Meloni contro la crisi in corso

Contro l‘inflazione “è indispensabile intervenire con misure volte ad accrescere il reddito disponibile delle famiglie“, sostiene Meloni, partendo dalla riduzione delle imposte sui premi di produttività, dall’innalzamento ulteriore della soglia di esenzione dei cosiddetti fringe benefit e dal potenziamento del welfare aziendale. “Allo stesso tempo dobbiamo riuscire ad allargare la platea dei beni primari che godono dell’IVA ridotta al 5%. Misure concrete, che dettaglieremo nella prossima legge di bilancio, sulla quale siamo già al lavoro”. La neo premier ha fatto riferimento poi alla decisione che ha assunto la Bce, al pari di altre banche centrali, per la prima volta dopo 11 anni, a rialzare i tassi di interesse.

“Tale decisione è da molti reputata scelta azzardata e che rischia di ripercuotersi sul credito bancario a famiglie e imprese, e che si somma a quella già assunta dalla stessa Banca centrale di porre fine, a partire dal 1° luglio 2022, al programma di acquisto di titoli a reddito fisso sul mercato aperto, creando una difficoltà aggiuntiva a quegli Stati membri che hanno un elevato debito pubblico. Mi sento di dire che se questo Governo riuscirà a fare ciò che ha in mente, scommettere sull’Italia potrebbe essere non solo un investimento sicuro, ma forse perfino un affare. Perché l’orizzonte al quale vogliamo guardare non è il prossimo anno o la prossima scadenza elettorale, quello che ci interessa è come sarà l’Italia tra dieci anni“.

Non poteva mancare il riferimento al Piano Nazionale di Resilienza e Resistenza (PNRR), definito una “opportunità straordinaria di ammodernare l’Italia”. Sul tema ha poi aggiunto:

 “Abbiamo tutti il dovere di sfruttarla al meglio. La sfida è complessa a causa dei limiti strutturali e burocratici che da sempre rendono difficoltoso per l’Italia riuscire ad utilizzare interamente persino i fondi europei della programmazione ordinaria. Basti pensare che la Nota di aggiornamento al Def 2022 ha ridotto la spesa pubblica attivata dal PNRR a 15 miliardi rispetto ai 29,4 miliardi previsti nel Def dell’aprile scorso. Spenderemo al meglio i 68,9 miliardi a fondo perduto e i 122,6 miliardi concessi a prestito all’Italia dal Next Generation EU. Senza ritardi e senza sprechi, e concordando con la Commissione europea gli aggiustamenti necessari per ottimizzare la spesa, alla luce soprattutto del rincaro dei prezzi delle materie prime e della crisi energetica. Perché queste materie si affrontano con un approccio pragmatico, non ideologico”.

La strada per ridurre debito, continua Meloni, “non è la cieca austerità o avventurismi creativi”. L’unica strada è la “crescita strutturale”. Per questo “siamo aperti agli investimenti esteri, ma senza logiche predatorie”.

Il rapporto con l’Ue

Nel corso dell’intervento la neo premier ha anche avuto modo di sottolineare che l’obiettivo del governo “non è frenare o sabotare l’integrazione europea ma contribuire a indirizzarla verso una maggiore efficacia in risposta alle crisi”. Meloni poi ha detto:

 “L’Italia è a pieno titolo parte dell’Occidente e del suo sistema di alleanze: è stato fondatore Ue, dell’alleanza atlantica, parte del G7 e culla insieme alla Grecia della civiltà occidentale e del suo sistema di valori, libertà uguaglianza e democrazia e alle sue radici classiche e giudaico-cristiane. La situazione in Italia non consente di perdere tempo. […] E’ una grande responsabilità e per chi quella fiducia deve concederla o negarla. E’ un momento fondamentale della nostra democrazia a cui non dobbiamo assuefarci. Grazie a chi vorrà esprimersi, qualunque sia la scelta che farà”.