La Bce bacchetta le banche sulla gestione dei rischi climatici. E fissa i nuovi target
La Bce bacchetta le banche dell’Eurozona, ancora lontane, a suo avviso, da un corretta gestione dei rischi climatici e ambientali. Secondo l’istituto di Francoforte, che ha condotto un’analisi dei rischi legati al clima e all’ambiente di 186 banche con un totale attivo complessivo di 25.000 miliardi di euro, gli istituti di credito del Vecchio Continente per quanto abbiamo fatto dei passi avanti, continuano a sottovalutare notevolmente l’ampiezza e l’entità dei rischi legati all’ambiente.
Dalo studio emerge che oltre l’80% delle banche riconosce che i rischi hanno un impatto sostanziale sul proprio profilo di rischio e sulla propria strategia, con il 70% che vede un rischio rilevante entro un orizzonte di pianificazione aziendale da tre a cinque anni. Altro aspetto positivo: oltre l’85% degli istituti dispone ora almeno di pratiche di base per la maggior parte delle aree interessate dalle aspettative. Ciò significa che hanno eseguito una mappatura iniziale delle loro esposizioni al rischio. Tuttavia, gli approcci “mancano ancora di sofisticazione metodologica, utilizzo di informazioni granulari sul rischio e/o gestione attiva del portafoglio e del profilo di rischio”, si legge nello studio. Inoltre, circa il 10% delle istituzioni “è in ritardo e non ha mostrato progressi sostanziali nell’ultimo anno”.
La Bce fissa i target sui rischi climatici
La Bce non si limita a mettere l’accento su quanto c’è ancora da fare. Ma fissa un calendario preciso per raggiungere il pieno allineamento con le sue aspettative entro la fine del 2024. Sebbene possano esserci eccezioni, la Banca centrale europea ha comunicato alle banche la sua aspettativa di raggiungere, come minimo, i seguenti traguardi:
- entro marzo 2023, la Bce si aspetta che le banche classifichino adeguatamente i rischi climatici e ambientali e conducano una valutazione completa del loro impatto sulle attività delle banche;
- entro la fine del 2023, la Bce prevede che le banche includano i rischi climatici e ambientali nella loro governance, strategia e gestione del rischio;
- entro la fine del 2024, le banche dovrebbero soddisfare tutte le restanti aspettative di vigilanza sui rischi climatici e ambientali delineate nel 2020, inclusa la piena integrazione nel processo di valutazione dell’adeguatezza patrimoniale interna (ICAAP) e gli stress test.