L’economia dell’Italia crescerà a ritmi sostenuti nel 2022 con il Pil che segna +3,9% ma poi rallenterà nel 2023 a +0,4%. Lo rende noto l’Istat nelle sue Prospettive nel 2022 e 2023 secondo cui nel biennio di previsione, l’aumento del Pil verrebbe sostenuto dal contributo della domanda interna al netto delle scorte (rispettivamente +4,2 e +0,5%) mentre la domanda estera netta fornirebbe un apporto negativo in entrambi gli anni (-0,5 e -0,1%).
Previsioni per l’economia dell’Italia
I segnali per i prossimi mesi appaiono discordanti, scrive l’Istituto nazionale di statistica. Da un lato i miglioramenti della fiducia degli operatori e del mercato del lavoro registrati a ottobre supportano la possibile tenuta dei ritmi produttivi. Dall’altro, è opportuno ricordare come nel terzo trimestre, tra le imprese manifatturiere, sia salita ulteriormente la quota di coloro che indicano i costi e i prezzi più elevati come un ostacolo alle esportazioni.
Nello stesso periodo è aumentata anche la quota di imprese che individua nell’insufficienza di domanda un ostacolo alla produzione. Dal lato della domanda ci si attende un ridimensionamento dei consumi condizionati dai livelli particolarmente elevati dei prezzi. A novembre l’inflazione acquisita si attesta all’8,1%, mentre quella al netto dei beni energetici al 4,1%. Anche la spesa per investimento da parte delle imprese segnerebbe una decelerazione condizionata anche dal peggioramento del mark-up. Nel prossimo anno, sotto l’ipotesi favorevole che inizi una fase di decelerazione dei prezzi dei beni energetici, l’andamento favorevole degli investimenti, sostenuti da quelli pubblici legati all’attuazione del PNRR, costituirebbe il principale fattore di traino dell’economia mentre la domanda estera netta fornirebbe ancora un contributo negativo, dice l’Istat. L’istituto di statistica scrive:
“E ancora, nel terzo trimestre è proseguita la fase di espansione dell’economia italiana (+0,5% la variazione congiunturale) il cui livello ha ampiamente superato quello pre-crisi. L’aumento del Pil è stato sostenuto interamente dalla domanda interna al netto delle scorte, che ha apportato un contributo positivo (+1,6 punti percentuali), mentre la domanda estera netta ha fornito un contributo negativo (-1,3%), associato al forte aumento delle importazioni (+4,2%) e a un miglioramento solo marginale delle esportazioni (+0,1%). La domanda interna è stata sostenuta prevalentemente dalla spesa delle famiglie residenti e delle ISP (+2,5% la variazione congiunturale) e, in misura più contenuta, dagli investimenti (+0,8%). Dal lato dell’offerta, sono emersi andamenti eterogenei tra i settori”.
I consumi delle famiglie residenti registreranno un’evoluzione in linea con l’andamento dell’attività economica, segnando un deciso aumento nel 2022 (+3,7%) cui seguirà un rallentamento nell’anno successivo (+0,4%).
Il commento di Confesercenti
“La brusca frenata dei consumi delle famiglie, di cui si ravvisano già i segnali, non inciderà solo sulle imprese del commercio ma su tutta l’economia, riducendo fortemente la crescita nel 2023. Per questo, dopo la manovra, sarà necessario concentrarsi su interventi per sostenere e rilanciare la domanda interna”.
Così Confesercenti, in una nota, commenta le Prospettive per l’economia italiana nel 2022-2023 di Istat. L’associazione degli emergenti aggiunge:
“Le stime dell’istituto di statistica delineano uno scenario denso di incognite, e confermano il nostro allarme sul rallentamento della spesa dei consumatori. L’inflazione registra, infatti, ancora livelli molto alti, riducendo il potere di acquisto delle famiglie, che si apprestano ad affrontare il periodo di Natale e Capodanno con un budget condizionato da prezzi e spese fisse. Una frenata già in atto e che rende le prossime festività invernali un vero e proprio banco di prova per la tenuta dei consumi e dell’economia.
Le poche risorse disponibili ed i tempi ristretti hanno ridotto lo scopo della manovra, che si concentra comprensibilmente sulla lotta al caro energia. La ripresa dei consumi e dei redditi delle famiglie, però, deve essere messa al centro dell’azione di governo. Per questo, archiviata la legge di bilancio, auspichiamo che l’esecutivo si concentri su misure – a partire dalla leva fiscale – volte alla ripresa della domanda interna, schiacciata dal caro prezzi e dal caro energia. Sostenere la spesa delle famiglie, in questa fase, è fondamentale per evitare un pericoloso avvitamento economico del Paese“.