Il petrolio è sceso di oltre il 3% nella sessione di oggi, mentre il mercato valutava le conseguenze degli aumenti dei tassi di interesse da parte delle banche centrali. La Federal Reserve Usa ha indicato che aumenterà ulteriormente i tassi di interesse il prossimo anno, anche se l’economia scivolerà verso una possibile recessione. Giovedì anche la Banca d’Inghilterra e la Banca centrale europea hanno alzato i tassi di interesse per combattere l’inflazione. Craig Erlam, analista di OANDA, ha commentato:
“Ci sono così tante forze trainanti nel mercato petrolifero al momento e una prospettiva economica più cupa sulla scia del messaggio aggressivo della banca centrale embra essere quella dominante nel fine settimana”.
I future sul greggio Brent hanno perso fino al 3,3%, mentre i future West Texas Intermediate sono scesi del 3,4%. Entrambi i benchmark sono scesi del 2% nella sessione precedente quando il dollaro si è rafforzato e le banche centrali in Europa hanno alzato i tassi di interesse.
L’Agenzia internazionale per l’energia prevede che la crescita della domanda di petrolio cinese si riprenderà l’anno prossimo di quasi un milione di barili al giorno dopo la contrazione del 2022. L’agenzia ha aumentato la stima della crescita della domanda globale di petrolio nel 2023 a 1,7 milioni di barili al giorno.
Gli analisti di J.P. Morgan Commodity Research si aspettano inoltre che gli Stati Uniti inizino a ricostituire le proprie riserve strategiche di petrolio nel primo trimestre del 2023:
“Sulla base delle nostre proiezioni trimestrali, questa finestra (per il riacquisto) si aprirà nel primo trimestre 2023 con un acquisto iniziale di circa 60 milioni di barili nella prima metà del 2023”
Gli investitori sono ancora preoccupati per le pressioni al ribasso, tra cui la lenta ripresa della domanda cinese a causa di un numero crescente di infezioni da Covid-19 e un eccesso di offerta nel mercato occidentale di Suez.