Nuovo tonfo a Wall Street per il titolo Tesla: dopo aver bucato lunedì scorso la soglia di 150 dollari per azione, le azioni del produttore di auto elettriche hanno perso ieri oltre l’8% a 133 dollari, toccando i minimi in oltre due anni. Da inizio anno, il saldo negativo è pari a -50% mentre la capitalizzazione è scesa a 431,79 miliardi di dollari. Un valore che spinge Tesla al nono posto delle società a maggiore capitalizzazione dello S&P 500, dopo essere arrivata al quinto alle spalle solo di Apple, Microsoft, Alphabet, Amazon.
Il titolo è ora in calo di quasi il 30% nel mese di dicembre e del 48% nei tre mesi in corso, rispettivamente il peggior mese e trimestre nella storia del gruppo. Tesla ha accelerato la sua corsa al ribasso da quando Musk ha acquistato Twitter alla fine di ottobre: da allora, il titolo ha perso quasi il 40%, con gli investitori preoccupati che Musk stia dedicando una parte considerevole del suo tempo alla ristrutturazione di Twitter, a scapito della sua società di auto elettriche.
Gli analisti abbassano il prezzo obiettivo di Tesla
Cresce intanto il pessimismo tra gli analisti. Ieri, gli esperti di Evercore hanno abbassato l’obiettivo di prezzo di 100-200 dollari per azione, citando una domanda più debole. Un valore comunque superiore alle quotazioni attuali.
“Sebbene continuiamo a ritenere che Tesla abbia un vantaggio nel margine lordo nel settore nei veicoli elettrici, è impossibile ignorare che tale vantaggio sia già incorporato nel valori attuali, ma che ora la società deve testare la domanda per il biennio ’23-’25”, hanno scritto ai clienti in una nota.
Gli analisti di Eversore hanno fatto notare, inoltre, che il titolo è scambiato al di sotto della zona di supporto di 150-163 dollari, considerata una “linea critica da difendere. A breve termine è troppo tardi per vendere, ma anche troppo presto per comprare (net long)”, hanno aggiunto.
Anche Daiwa Capital Markets ha tagliato il target price sul titolo Tesla portandolo a 177 dollari dai precedenti 240 dollari per azione, citando un “contesto macroeconomico debole”.