Il contesto macroeconomico che si prospetta per il 2023, dopo diversi anni di tassi a rendimenti prossimi allo zero ed in molti casi anche negativi, appare più favorevole per gli investimenti obbligazionari rispetto al passato. Tale outlook è conseguente ad un approccio delle banche centrali che si annuncia per quest’anno meno aggressivo e tendenzialmente alla fine del ciclo dei rialzi dei tassi. Nel corso delle prossime settimane bisognerà monitorare con particolare attenzione i dati di inflazione sia negli Stati Uniti che nel vecchio continente. Se in America il picco inflattivo sembra già essere alle spalle, in Europa non abbiamo ancora assistito ad una stabilizzazione del livello dei prezzi.
Outlook banche centrali
Un rallentamento dell’inflazione porterebbe infatti le banche centrali a prendersi una pausa dalla politica monetaria restrittiva attuata nel corso del 2022. All’interno dell’asset class obbligazionaria, data la volatilità sui tassi e l’incertezza a livello geopolitico, conviene favorire le emissioni investment grade rispetto a quelle high yield. Quest’ultime presentano in ogni caso rendimenti molto attraenti tra il 7% e l’8% circa con cedole elevate che ai livelli attuali potrebbero consentire un buon punto di ingresso per gli investitori. In generale la maggior parte degli emittenti europei ha infatti già provveduto nel corso degli ultimi anni a bloccare il proprio finanziamento per gli anni a seguire. La notizia dopo molti anni è rappresentata dal ritorno alla possibilità di investimento nei governativi dell’Eurozona, quest’anno infatti le emissioni sono tornate a presentare rendimenti positivi e potrebbero essere molto utili con finalità di protezione del capitale dei clienti durante le fasi di volatilità che potranno verificarsi nel 2023.
Prospettive per le azioni
Per quanto riguarda i mercati azionari il segnale più incoraggiante per il nuovo anno è certamente dato dalla discesa dell’inflazione negli Stati Uniti. Sul comparto azionario andranno però valutate diverse variabili come l’evolversi del conflitto in Ucraina o la politica di contenimento del Covid in Cina che hanno un impatto diretto sulle catene di fornitura a livello globale. Alla luce di queste considerazioni, per il manager della banca private, bisognerà tener conto anche di un eventuale revisione al ribasso delle stime sull’andamento degli utili nel 2023. In effetti, seppur in presenza di un continuo e progressivo ridimensionamento delle stime da parte degli analisti, il rallentamento economico previsto nella prima parte del prossimo anno potrebbe non essere già totalmente prezzato dal mercato.  In quest’ottica, le eventuali fasi di ritracciamento dei principali indicici azionari si ritiene che potranno rappresentare opportunità di accumulo sull’asset class azionaria. A livello settoriale, dopo diversi anni caratterizzati da un forte rally delle azioni growth cui è seguito un recupero del comparto value, per i prossimi mesi il suggerimento è adottare una strategia che preveda un approccio combinato dei due stili.
Outlook per il cambio euro dollaro
Il cambio euro dollaro ha risentito nel corso dello scorso anno dalla politica monetaria più restrittiva attuata dalla Federal Reserve rispetto alla Bce. Il forte rialzo del dollaro americano avvenuto fino a settembre sembra però essere volto al termine con possibili ulteriori recuperi dell’euro anche nei prossimi mesi. Per quanto riguarda le commodity nel 2023, in conseguenza dell’atteso rallentamento del ciclo economico globale, crediamo possa proseguire l’attuale fase di raffreddamento dei prezzi delle materie prime, successiva alla fiammata rialzista di inizio anno provocata dal conflitto bellico in Ucraina.
Come investire
Considerato l’outlook 2023, il suggerimento da dare ai propri clienti è quindi una gestione patrimoniale bilanciata con un’esposizione al mercato obbligazionario ben diversificata e comunque superiore al passato, oltre ad un approccio prudente ai mercati con il supporto di un consulente. Negli ultimi 94 anni solo per quattro volte il mercato azionario e quello obbligazionario hanno registrato entrambi performance negative e solo nel 2022 con perdite a doppia cifra. Questo a testimonianza di come non manchino attualmente opportunità di investimento sia sull’asset class obbligazionaria che su quella azionaria. Per tale ragione secondo l’esperto converrebbe ridurre in modo significativo le riserve di liquidità accumulate nel corso dell’anno.
Riteniamo che le gestioni patrimoniali di Banca Generali abbiano saputo garantire ai propri clienti protezione in un contesto macroeconomico raramente così complesso da diversi anni a questa parte. La gestione attiva e i diversi stili presenti all’interno della gamma delle gestioni patrimoniali sono atti a soddisfare le diverse esigenze della clientela e si sono dimostrati resilienti anche nel corso del 2022. Le gestioni saranno sempre più fondamentali per generare alpha in un mondo caratterizzato da una maggiore complessità e di difficile interpretazione, pertanto rivolgersi a dei professionisti risulta imprescindibile.
Â