Economia

Sanatoria fiscale, quali tasse e multe si possono rottamare nel 2023?

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Attraverso le sanatorie fiscali di multe e tasse, il Governo ha intenzione di alleggerire, almeno in parte, le tensioni che si sono create tra i cittadini e le varie entità fiscali. Le famiglie, a causa della pandemia e delle varie difficoltà finanziarie ed economiche, sono stati messe a dura prova nell’arco degli ultimi anni. Per questo le sanatorie fiscali si muovono principalmente su tre fronti:

  • i ravvedimenti;
  • la risoluzione delle liti con l’Agenzia delle Entrate;
  • lo stralcio dei crediti, che sono ritenuti inesigibili.

Nell’ottica di allentare le possibili tensioni tra erario e contribuenti, l’esecutivo ha lavorato su criptovalute, multe e mini cartelle, in modo da permettere ai soggetti interessati di sanare eventuali posizioni ancora aperte.

Sanatoria fiscale, la rottamazione delle multe

Capitolo importante della sanatoria fiscale prevista dal Governo guidato da Giorgia Meloni, è la rottamazione delle pendenze fiscali. Le cartelle esattoriali, con importi inferiori a 1.000 euro gestite direttamente dall’ente di riscossione dal 2000 al 2015, possono essere rottamate. Previo accordo con gli enti locali. Attenzione, però, che le spese di riscossione devono essere rimborsate.

All’interno della rottamazione rientrano anche le multe. In questo caso le ammende devono essere pagate senza l’aggiunta delle sanzioni e degli eventuali interessi di mora. I diretti interessati hanno tempo a saldare le multe, comprensive delle eventuali spese sostenute per la riscossione, entro e non oltre il 31 luglio 2023. In alternativa è possibile scegliere il versamento in 18 rate, con un interesse pari al 2%.

Cosa succede alle controversie tributarie

Eventuali liti pendenti al 1° gennaio 2023 potranno beneficiare della sanatoria fiscale seguendo diverse procedure. Quelle che risultano essere ferme al primo grado, che corrisponde alle commissioni tributarie provinciali, possono essere definite saldando il 90% della somma richiesta dell’erario. Le pendenze giunte alle commissioni tributarie regionali possono essere chiuse versando il 40%, nel caso in cui la sentenza in primo grado abbia dato ragione al contribuente.

Nel caso in cui il contribuente abbia vinto anche in secondo grado, ha la possibilità di versare il 15%. La stessa percentuale vale anche nel caso in cui il ricorso sia arrivato in Cassazione e il contribuente abbia ottenuto ragione in entrambi i gradi di giudizio.

La rinuncia agevolata rientra nel concetto di pace fiscale. Questa è, in estrema sintesi, una sanatoria fiscale che permette al contribuente di rinunciare entro al 30 giugno 2023 alle liti fiscali, che sono arrivate direttamente in Cassazione e che abbiano come controparte l’Agenzia delle Entrate. Nel caso di rinuncia, è necessario pagare la cifra pretesa dall’erario con i relativi interessi: le sanzioni, però, sono ridotte.

Sanatorie in vista anche per gli avvisi bonari

Il legislatore ha previsto una sanatoria fiscale anche per quanti abbiano ricevuto un avviso bonario, in seguito a dei controlli automatizzati effettuati direttamente dal fisco. Quanto viene reclamato dall’Agenzia delle Entrate può essere definito in maniera agevolata, purché il termine di pagamento non sia già scaduto

Gli atti di accertamento formale possono sottostare ad un’agevolazione, nel caso in cui non siano stati impugnati dal contribuente. L’operazione deve avvenire all’interno dei termini fissati per il ricorso. In questo caso, per gli accertamenti di contestazione notificati fino al 31 marzo del 2023, le sanzioni sono ridotte da un terzo a un diciottesimo di quanto definito per legge.

Ultimo capitolo è quello riservato alle criptovalute: i guadagni ottenuti con questi investimenti non sono tassati fino a 2.000 euro. Per quanto riguarda i guadagni ottenuti fino al 31 dicembre 2021, il contribuente è tenuto a presentare una domanda di emersione e riconoscere un’imposta sostitutiva pari al 3,5%.