Scioperi in Francia per l’aumento dell’età pensionabile. Quando si va in pensione in Italia?
Disordini e scontri ieri a Parigi , dove 700 mila persone sono scese in piazza contro la riforma delle pensioni. Quest’ultima prevede che salirà di due anni in Francia nel 2030 l’età per raggiungere la pensione: 64 anni, 2 in più rispetto ai 62 di oggi. La riforma presentata dalla premier Elisabeth Borne inoltre anticiperà anche al 2027, anziché al 2035, il requisito di 43 anni di contributi per una pensione completa.
Secondo il testo della riforma, l’età legale sarà gradualmente aumentata, per tutti coloro nati dopo il ’68, al ritmo di tre mesi all’anno a partire dal 1 settembre. La minima sarà fissata all’85% del salario minimo netto, “cioè quasi 1.200 euro al mese a partire da quest’anno”, per i futuri pensionati che avranno raggiunto il massimo della contribuzione, ha aggiunto la Borne che ha spiegato come la rivalutazione coinvolga “quasi 2 milioni” di percettori dell’assegno previdenziale.
In conferenza stampa, trasmessa su tutti i media d’Oltralpe, il primo ministro nel gennaio scorso aveva ha difeso un “progetto di equilibrio del nostro sistema pensionistico” in risposta al fatto che “lasciar accumulare dei deficit sarebbe irresponsabile, a cominciare dallo squilibrio tra numero di lavoratori e di pensionati, in costante aumento”.
Una situazione che, ha avvertito Borne, “condurrebbe ineluttabilmente a un aumento massiccio delle tasse fino a mettere in pericolo il nostro sistema pensionistico e questo non lo vogliamo”. A nome del suo esecutivo ha inoltre spiegato che “ogni euro di questo progetto servirà a finanziare le nostre pensioni e nient’altro“, elogiando il risultato finale dei tre cicli di consultazioni svolti dallo scorso ottobre in poi tra il governo e tutti i partner sociali per “arrivare al progetto, migliore rispetto a sei mesi fa”.
La riforma segnerà inoltre l’estinzione dei principali regimi speciali, ad esempio per quanto riguarda i nuovi assunti presso le ferrovie o la stessa Banca di Francia, che saranno affiliati al regime pensionistico generale. Quei lavoratori che rientrano attualmente nelle condizioni stabilite per le carriere lunghe – ovvero aver versato 5 trimestri di contributi entro l’età di 20 anni – continueranno ad andare in pensione due anni prima dell’età legale, quindi a 62 anni, quando questa arriverà a 64 anni.
Quando si va in pensione in Europa
Ma a che età si va in pensione oggi in Italia? Secondo un’indagine della Uil, In Italia, il requisito per l’accesso alla pensione è 66 anni e 7 mesi per tutti i lavoratori dipendenti, sia del settore pubblico che privato, e anche per le lavoratrici del settore pubblico, mentre il requisito è di 65 anni e 7 mesi per le lavoratrici del settore privato che dal prossimo gennaio subiranno un aumento di un ulteriore anno che le porterà ad allinearsi con l’età prevista per gli uomini.
Un’età tra le più alte d’Europa seconda solamente alla Grecia, dove il requisito anagrafico richiesto è pari 67 anni, anche se questo è suscettibile di numerose deroghe attualmente in vigore che possono abbattere l’età di accesso alla pensione fino a 62 anni.
L’età per il pensionamento di vecchiaia più bassa è quella richiesta fino ad oggi in Francia, dove l’accesso è previsto a 60 anni per i nati prima del 1951, limite che viene incrementato fino a 62 anni per i nati dal 1955 in poi.
In Svezia, invece, è prevista una finestra compresa tra i 61 e i 65 anni di età entro la quale i lavoratori sono liberi di scegliere quando andare in pensione.