L’80% dei cittadini ritiene complessa la gestione delle finanze personali anzitutto a causa del contesto incerto e della crescita dei prezzi.
Questo uno dei dati più allarmanti emersi dall’8° Rapporto Consob sulle scelte di investimento delle famiglie italiane condotto su 1.436 investitori intervistati nei mesi di giugno e luglio 2022, presentato oggi in conferenza stampa a Roma, alla presenza del presidente Paolo Savona.
Il metodo di Consob
L’indagine di Consob, pur ponendosi nel metodo in continuità con le ricognizioni precedenti, approfondisce alcuni aspetti legati ai riflessi che le dinamiche congiunturali in atto possono avere sulle scelte finanziarie individuali.
I dati macroeconomici confermano questa percezione: l’inflazione erode il potere di acquisto del reddito disponibile; il disagio economico delle famiglie torna ad aumentare; la ricchezza finanziaria in rapporto al reddito disponibile si riduce, pur rimanendo superiore a quella dei maggiori Paesi dell’area euro, anche per un effetto di valutazione, che il rapporto quantifica con riferimento a un portafoglio stilizzato di investimenti retail.
I trend più rilevanti sul risparmio
Il terzo fattore di complessità nella gestione delle finanze personali indicato dai partecipanti all’Indagine è il basso livello di cultura finanziaria. Sebbene in lieve crescita, le conoscenze finanziarie non sono ancora sufficientemente diffuse né rispetto ai concetti di base (ad esempio, la nozione di diversificazione degli investimenti è compresa solo dal 50% degli intervistati) né rispetto agli strumenti finanziari (la quota di risposte corrette a domande su conto corrente, azioni, obbligazioni e fondi comuni di investimento rimane al di sotto del 60%), né rispetto alle dimensioni del rischio finanziario (in particolare, la percentuale di intervistati che ha familiarità con le nozioni di rischio di credito, di mercato e di liquidità oscilla tra il 20% e il 49%).
Un punto di attenzione è la conoscenza del concetto di inflazione: sembra comprenderne gli effetti il 65% del campione (anche se emergono divari significativi tra fasce di età, aree di residenza e fasce di reddito). Tra gli investitori che nell’attuale contesto economico preferiscono detenere i propri risparmi in un conto corrente e tra quanti indicano l’inflazione tra i fattori di difficoltà nella gestione delle finanze personali, rispettivamente più di un terzo e circa un quarto non coglie l’impatto della crescita dei prezzi sul proprio potere di acquisto.
Gli investitori sembrano comunque sempre più consapevoli della necessità di innalzare le proprie competenze, visto che nel 66% dei casi (+10 punti percentuali rispetto al 2021) si dichiarano disposti ad approfondire temi utili per le scelte finanziarie più importanti. A tal fine, il riferimento indicato più di frequente sono gli intermediari (34% dei casi, in calo di 8 punti percentuali rispetto al 2021), che il 32% dei rispondenti ritiene dovrebbero adoperarsi anche per accrescere le conoscenze finanziarie dei cittadini, oltre alle istituzioni pubbliche (segnalate nel 30% dei casi) e alla scuola (26%).