Economia

L’Ue presenta il Green Deal Industrial Plan. Ecco cosa prevede

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La Commissione europea ha presentato oggi il Green Deal Industrial Plan, un piano comunitario per migliorare la competitività dell’Europa nel settore delle zero emissioni e sostenere la transizione verso la neutralità climatica. Il piano mira a creare un ambiente più favorevole per il potenziamento della capacità produttiva dell’Ue nell’ambito delle tecnologie e dei prodotti net-zero, necessari per raggiungere gli ambiziosi obiettivi climatici dell’Europa.

Il Green Deal Industrial Plan si basa integra gli sforzi in corso nell’ambito del Green Deal europeo e del REPowerEU, il piano della Commissione Ue per rendere l’Europa indipendente dai combustibili fossili russi ben prima del 2030. Il Green Deal Industrial Plan si basa su quattro pilastri:

  1. creazione di un ambiente normativo prevedibile e semplificato;
  2. accelerazione dell’accesso ai finanziamenti;
  3. miglioramento delle competenze;
  4. commercio libero per la creazione di catene di approvvigionamento resilienti.

Von der Leyen: “opportunità unica, necessario strumento di finanziamento comune”

Ursula von der Leyen, presidente della Commissione europea, ha dichiarato: “Abbiamo un’opportunità unica di tracciare con velocità, ambizione e determinazione la strada per garantire la leadership industriale dell’Europa nel settore in rapida crescita delle tecnologie net-zero. L’Europa è determinata a guidare la rivoluzione della tecnologia pulita. Per le nostre aziende e le nostre persone significa trasformare le competenze in posti di lavoro di qualità e l’innovazione in produzione di massa, grazie a un framework più semplice e veloce. Un migliore accesso ai finanziamenti consentirà alle nostre principali industrie di tecnologia pulita di crescere rapidamente“.

“Il fondo per la sovranità si incentra su una idea: abbiamo bisogno di progetti europei comuni che si basino su tecnologie all’avanguardia e vogliamo garantire che queste siano disponibili in tutta l’Ue. Per questo progetto comune è necessario uno strumento di finanziamento comune europeo. Riesamineremo il bilancio pluriennale, ma con gli Stati membri dovremo valutare altre possibilità di finanziamento. I principi sono chiari, poi discuteremo delle tecniche di finanziamento”, ha aggiunto la von der Leyen.

Sugli aiuti di Stato “è importante evitare la frammentazione del mercato unico e garantire la parità di condizioni. Incoraggeremo gli Stati membri ad usare i fondi del RepowerUe per concedere sgravi fiscali alle industrie a zero emissioni“. Sul piano dei finanziamenti, il piano industriale farà inizialmente affidamento sul RePowerEu e sul programma InvestEu, che “non si concentra sugli Stati membri ma sui progetti. Questo è lo strumento ponte, di cui abbiamo bisogno ora. Poi nel contesto della revisione del bilancio pluriennale proporremo un fondo per la sovranità“, ha concluso.

I 4 pilastri del Green Deal Industrial Plan

Quadro normativo più semplice

Il primo pilastro del piano prevede un quadro normativo più semplice. La Commissione proporrà una legge per identificare gli obiettivi industriali e fornire un quadro normativo adatto alla loro rapida attuazione. Il tutto, garantendo autorizzazioni semplificate e rapide, promuovendo progetti strategici europei e sviluppando norme a sostegno dello sviluppo delle tecnologie in tutto il mercato unico.

Il quadro sarà integrato dalla legge sulle materie prime critiche, per garantire un accesso sufficiente a quei materiali, come le terre rare, vitali per la produzione di tecnologie chiave, oltre alla riforma del mercato elettrico, in modo che i consumatori possano accedere alle energie rinnovabili a costi più contenuti.

Accesso più rapido ai finanziamenti

Il secondo pilastro del piano prevede l’accelerazione degli investimenti e dei finanziamenti per la produzione di tecnologie pulite in Europa. I finanziamenti pubblici, unitamente a ulteriori progressi nei mercati dei capitali, possono sbloccare enormi finanziamenti privati, necessari per la transizione verde. Nell’ambito della politica sulla concorrenza, la Commissione mira a garantire condizioni paritarie all’interno del mercato unico, facilitando agli Stati membri la concessione degli aiuti necessari per accelerare la transizione verde.

Per accelerare e semplificare la concessione degli aiuti, gli Stati membri verranno consultati su una modifica temporanea dei relativi regolamenti alla luce del Green Deal. Inoltre, la Commissione faciliterà l’uso dei fondi esistenti per finanziare l’innovazione, la produzione e la diffusione di tecnologie pulite e sta esplorando soluzioni per ottenere maggiori finanziamenti comuni a livello europeo.

La Commissione collaborerà con gli Stati membri a breve termine, con particolare attenzione a REPowerEU, InvestEU e al Fondo per l’innovazione, su una soluzione ponte per fornire un sostegno rapido e mirato. Per il medio termine, la Commissione intende dare una risposta strutturale alle esigenze di investimento, proponendo un Fondo di sovranità europeo nell’ambito della revisione, prima dell’estate 2023, del quadro finanziario pluriennale.

Potenziare le competenze in ambito Green e Net-Zero

Poiché tra il 35% e il 40% di tutti i posti di lavoro potrebbe essere interessato dalla transizione verde, il terzo pilastro del piano si concentra sullo sviluppo delle competenze necessarie per lavori di qualità ben retribuiti.

Per sviluppare le competenze per una transizione verde incentrata sulle persone, la Commissione proporrà di istituire accademie industriali Net-Zero per avviare programmi di miglioramento delle skills e riqualificazione nelle industrie strategiche.

La Commissione esaminerà inoltre come combinare un approccio skills-first, che riconosce le competenze effettive, con gli approcci esistenti basati sulle qualifiche. Infine, valuterà come facilitare l’accesso dei cittadini di paesi terzi ai mercati del lavoro europei nei settori prioritari, nonché misure per promuovere e allineare i finanziamenti pubblici e privati per lo sviluppo delle competenze.

Garantire il libero scambio per filiere resilienti

Il quarto pilastro riguarda la cooperazione globale e il funzionamento del commercio per la transizione verde, secondo i principi della concorrenza leale e del libero scambio, sulla base degli impegni con i partner dell’Ue e del lavoro dell’Organizzazione mondiale del commercio.

A tal fine, la Commissione continuerà a sviluppare la rete europea di accordi di libero scambio e altre forme di cooperazione con i partner per sostenere la transizione verde. Esplorerà inoltre la creazione di un Critical Raw Materials Club, per riunire i “consumatori” di materie prime e i paesi ricchi di risorse, al fine di garantire la sicurezza globale dell’approvvigionamento attraverso una base industriale competitiva e diversificata, e di partenariati industriali Clean Tech/Net-Zero.

La Commissione proteggerà inoltre il mercato unico dal commercio sleale nel settore delle tecnologie pulite e utilizzerà i suoi strumenti per garantire che le sovvenzioni estere non distorcano la concorrenza nel mercato unico, anche nel settore delle tecnologie pulite.

Cosa ha portato al Green Deal Industrial Plan

Il Green Deal europeo, presentato dalla Commissione l’11 dicembre 2019, ha fissato l’obiettivo di fare dell’Europa il primo continente a raggiungere la neutralità climatica entro il 2050. La legge europea sul clima sancisce in una normativa vincolante l’impegno dell’Ue a favore della neutralità climatica e l’obiettivo intermedio di ridurre emissioni di gas serra di almeno il 55% entro il 2030, rispetto ai livelli del 1990.

Nella transizione verso un’economia net-zero, la competitività dell’Europa dipenderà fortemente dalla sua capacità di sviluppare e produrre le tecnologie pulite che rendono possibile questa transizione.

Il piano industriale del Green Deal europeo è stato annunciato dalla presidente von der Leyen, sia a fine 2022 sia nel suo discorso al World Economic Forum di Davos nel gennaio 2023, come l’iniziativa dell’Ue per rafforzare il suo vantaggio competitivo attraverso investimenti in tecnologie pulite e continuare a guidare il percorso verso la neutralità climatica.