(9Colonne) – Roma, 24 mag – A Roma il Comune mette a disposizione dei fidanzati che intendano sposarsi due sole sale: la Sala Rossa al Campidoglio e la cappella sconsacrata di fronte alle terme di Caracalla, in via delle Camene. A questi due posti gestiti direttamente dall’amministrazione capitolina, si aggiunge Villa Lais, sulla certamente non agevole via Tuscolana, gestita dal nono municipio, e la Sala Azzurra a Ostia, di competenza del tredicesimo municipio. “Di fronte a questa situazione incresciosa” i radicali hanno deciso di iniziare una campagna finalizzata per l’intanto a incrementare il numero di case comunali dentro Roma dove sia possibile sposarsi. “Non è accettabile, infatti – dice Rita Bernardini, segretaria di Radicali Italiani – che a fronte di 336 parrocchie dove è possibile contrarre il matrimonio concordatario ci siano solo 4 luoghi ove sposarsi “civilmente”. Se pensiamo che i matrimoni civili sono più del 30% del totale, i luoghi che il sindaco Veltroni dovrebbe mettere a disposizione non dovrebbero essere meno di un centinaio, altro che 4! Tale carenza di “case comunali” rende peraltro impossibile poter contrarre matrimonio nei tempi previsti dal codice civile che presumerebbe di celebrare la cerimonia a 12 giorni dal momento della decisione, ossia dopo otto giorni di pubblicazioni e quattro giorni dopo l’ultimo giorno di esibizione pubblica”. Rita Bernardini conclude con un annuncio: “Voglio anche rilanciare il matrimonio laico umanista che consente alle coppie di farsi sposare da chiunque vogliano: inizierò io a dare il buon esempio con un matrimonio che celebrerò personalmente il prossimo venerdì 13 luglio alle ore 17″.