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Fintech, come cambierà la consulenza finanziaria?

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Il mondo della consulenza finanziaria sarà presto rivoluzionato dal settore fintech. Ma i consulenti finanziari sono pronti al cambiamento? E cosa possono fare per prepararsi? “Wall Street Italia” ha intervistato sul tema Paolo Anselmo, presidente di Iban (Italian Business Angel Network), un’associazione senza scopo di lucro fondata il 15 marzo 1999, che coordina e sviluppa l’attività di investimento da parte di investitori informali (i business angel) in piccole imprese e startup.

Perché ritiene che anche la consulenza finanziaria sarà presto investita dal fintech?

I consulenti finanziari si ritrovano ad avere sempre più prodotti di investimento presenti sul mercato. Questa crescita esponenziale di disponibilità non permette più all’essere umano di fare valutazioni comparative tra tutte le possibilità che offre il mercato e nemmeno di analizzare dati già acquisiti o ipotizzare dinamiche future. Diventa troppo complicato pensare ad un’analisi che sia solo “manuale”. Inoltre la clientela è sempre più segmentata. Ecco perché l’analisi da parte dei consulenti è condotta in modo più digitale, con strumenti che permettono accurate valutazioni su una quantità di dati e informazioni che non si è mai vista prima

In che modo sarà cambiata la consulenza dal fintech?

La vita del professionista viene agevolata e semplificata, ma resta di fondamentale importanza l’attitudine all’utilizzo di queste nuove possibilità. La professionalità del consulente finanziario non viene assolutamente messa in dubbio perché comunque rimane come figura in grado di gestire questi strumenti al meglio. In questo senso, le competenze professionali dei consulenti finanziari dovranno rimanere sempre aggiornate, per una professionalità che dovrà mantenere un livello elevato, proprio per poter sfruttare al meglio questi aiuti che arrivano dallo sviluppo tecnologico.

Quali saranno i pro e contro dell’ondata del fintech sulla consulenza finanziaria in Italia?

L’intelligenza artificiale già oggi è estremamente accurata e commette pochi errori quando si tratta di analizzare e catalogare quanto avvenuto fino a un determinato momento. Nonostante ciò, è possibile immaginare che ci saranno degli ulteriori miglioramenti per quello che riguarda i modelli che si basano su dati consolidati.  Per quanto riguarda invece le capacità di previsione sul futuro, è più complicato perché non tutto può essere mappato e previsto in anticipo. Anche solo immaginare di prevedere qualcosa da qui a due giorni può essere complicato, perché tutta la previsione che si era costruita può essere stravolta all’improvviso da un evento inaspettato e di grosse proporzioni. Il punto vero è che gli imprevisti non possono essere misurati in tutti i loro possibili parametri, ci sono troppe variabili e così il sistema predittivo ha difficoltà a misurare tutti questi elementi

Pensa che i consulenti finanziari italiani siano pronti ad accogliere il fintech?

Si, anche perché mi sento di dire che l’80% dei consulenti finanziari italiani siano totalmente digitalizzati. Poi certo dipende dall’educazione digitale che si ha o si è ricevuta e anche da un’attitudine personale. Bisogna inoltre ricordare che il sistema stesso si è digitalizzato, l’internet banking per esempio è presente ormai da 15-20 anni ed è uno strumento consolidato, le stesse grandi realtà aziendali hanno contribuito a digitalizzare i consulenti finanziari italiani: se si digitalizza il mondo bancario, anche i consulenti finanziari risentono di questa influenza anche solo per vicinanza professionale. Provando a segmentare per età, si potrebbe dire che il salto generazionale è avvenuto fino a metà degli anni ’60. Chi oggi ha 40 anni è nato digitale, chi ne ha 55 più probabilmente no anche se già chi ha intorno ai 60 anni, pur non essendo nativo digitale, è comunque abituato ad avere a che fare con strumenti tecnologici.

Come possono prepararsi i consulenti non ancora pronti alla rivoluzione del fintech?

In gran parte, penso siano già pronti. Inoltre la pandemia, unita all’evoluzione tecnologica, ha accelerato un processo di digitalizzazione che comunque sarebbe avvenuto ed era già in atto. Il consulente è sempre legato a una struttura finanziaria che, essendo digitalizzata di suo, permette anche al consulente stesso di digitalizzarsi e quindi di avvicinarsi al fintech. Il sistema finanziario in ambito clientela retail ha subìto inoltre una serie di aggregazioni, e quando porti risorse e competenze dentro un ente unendone più di uno, metti a fattor comune conoscenze e capacità che devono mantenere un livello alto di professionalità, che più passa il tempo, più è digitalizzata.