In un panorama di desertificazione bancaria, c’è chi va controcorrente e decide di riaprire le sue filiali. Parliamo della tedesca Frankfurter Volksbank, che continua a crescere e a investire nelle sue sedi locali. Nonostante un risultato annuale leggermente peggiore del previsto, il Consiglio di amministrazione della banca vede gli obiettivi raggiunti.
Volksbank: cosa sta succedendo
L’anno scorso la Frankfurter Volksbank Rhein-Main ha registrato un’eccedenza leggermente inferiore a quella dell’anno precedente, pari a 67,6 milioni di euro. L’amministratore delegato Eva Wunsch-Weber si è detta comunque soddisfatta nel presentare i dati aziendali. L’istituto di credito, che con un bilancio totale di 15,6 miliardi è una delle più grandi cooperative tedesche, ha raggiunto i suoi obiettivi nonostante un contesto di mercato estremamente difficile, ha dichiarato martedì.
“Siamo riusciti a far crescere l’attività dei clienti e ad attuare la strategia per il futuro”. Per l’anno in corso si aspetta un’attività solida. Negli ultimi anni Volksbank ha registrato una forte crescita, anche grazie a fusioni con altri istituti. Dopo la fusione con la Rüsselsheimer Volksbank, avvenuta lo scorso anno, la banca copre gran parte della regione metropolitana di Francoforte/Reno-Meno, ha sottolineato Wunsch-Weber. E, ciliegina sulla torta, la banca ha compiuto progressi nella conversione delle sue filiali in “filiali del futuro”. Undici sedi della Volksbank hanno ora un nuovo concetto di spazio e consulenza, altre 20 seguiranno entro la fine del 2024 e ulteriori 30 sedi saranno rinnovate quest’anno.
Secondo i dati presentati, la Frankfurter Volksbank ha beneficiato notevolmente dell’inversione di tendenza dei tassi di interesse. Il margine d’interesse è aumentato del 4,6% a 213,6 milioni di euro. Per contro, le commissioni nette hanno avuto un andamento peggiore del previsto e, con 90,7 milioni di euro, sono risultate inferiori di quasi cinque milioni di euro rispetto all’anno precedente. Volksbank ha spiegato questo fenomeno, tra l’altro, con l’incertezza dei consumatori in tempi di inflazione e di economia debole, che ha portato a una diminuzione della domanda di prodotti previdenziali e assicurativi.
E in Italia?
In Italia invece abbiamo il trend opposto di chiusura delle filiali. Sono oltre 4 milioni gli italiani che non hanno a disposizione una banca nel proprio comune di residenza. E’ quanto emerge da una ricerca della Federazione Autonoma Bancari Italiani (Fabi) che ha incrociato i dati statistici della Banca d’Italia e dell’Istat aggiornati a fine 2021.
Il totale degli italiani che non dispongono di una filiale fisica di un istituto di credito sonoresidenti complessivamente in 3.062 comuni. Su un totale di 58,9 milioni di cittadini, sono dunque 4.131.416 quelli che vivono in territori in cui le banche sono assenti, pari al 7% della popolazione totale.
e al Nord la desertificazione bancaria interessa il 6% della popolazione, al Centro il fenomeno risulta più circoscritto (3,2%), mentre al Sud e nelle isole, dove la questione è decisamente più marcata, i cittadini ‘senza banca’ rappresentano il 10,7% dei residenti. La Campania è la prima regione per numero di abitanti senza banca: sono 700mila.
In meno di 10 anni, emerge dall’analisi, le banche italiane hanno chiuso 11.231 sportelli. Il 7% della popolazione italiana vive in territori dove non ci sono più agenzie bancarie. Il record è in Piemonte con il 13,8% dei comuni senza banche. La Toscana si attesta invece all’1,5%, con alcuni comuni delle province di Lucca, Firenze, Prato, Pistoia, Livorno, Massa Carrara e Siena che non hanno più filiali.
Ma c’è anche chi in Italia si muove in direzione opposta. E’ il caso di Banco Bpm che sta riaprendo filiali per le imprese come ha precisato Luca Manzoni, responsabile corporate Banco BPM nel corso di un’intervista con il direttore di Wall Street Italia, Leopoldo Gasbarro.