(9Colonne) – Roma, 31 mag – La relazione che ha accompagnato le “Considerazioni finali” del Governatore è una miniera di informazioni sui diversi aspetti dell’economia italiana. Un capitolo è dedicato, come sempre, al mercato azionario. La relazione osserva che nel 2006 le quotazioni azionarie delle società italiane hanno registrato una crescita sostenuta; l’indice Mib storico è salito del 19 per cento, un valore in linea con quello dell’indice relativo alle maggiori società dell’area dell’euro. Le società italiane quotate hanno continuato a distribuire dividendi generosi: il controvalore degli utili distribuiti è stato pari al 3,2 per cento della capitalizzazione totale, contro un valore medio per l’area dell’euro pari a 2,5. L’indice italiano TechSTAR, riguardante le imprese innovative operanti nei settori ad alto contenuto tecnologico, è cresciuto del 17 per cento, contro l’8 del corrispondente listino britannico Techmark e il 10 dello statunitense Nasdaq. Nel primo quadrimestre del 2007 le quotazioni sono ulteriormente cresciute sia in Italia sia nell’area dell’euro (3 e 2 per cento, rispettivamente). Il forte calo registrato nella prima metà di marzo, a seguito di tensioni originatesi nelle borse valori cinesi, è stato rapidamente riassorbito nelle due settimane successive. I corsi azionari sono stati sostenuti dall’andamento molto favorevole degli utili correnti delle società quotate in un contesto caratterizzato dal rialzo dei tassi di interesse e da una lieve diminuzione dei tassi di crescita degli utili attesi nel medio termine. La variabilità dei corsi delle società italiane implicita nei prezzi delle opzioni, aumentata temporaneamente tra maggio e giugno in concomitanza con l’emergere di incertezze sull’evoluzione futura della politica monetaria negli Stati Uniti e con il rialzo del prezzo del petrolio, è rimasta su livelli storicamente bassi. Nel 2006 – prosegue la relazione – il rapporto tra utili correnti e capitalizzazione per l’Italia è salito da 5,2 a 5,8, un valore prossimo a quello medio storico dell’ultimo ventennio. Alla fine del 2006 il rendimento reale atteso dell’investimento in azioni, stimato sulla base delle previsioni di crescita degli utili, era pari al 5,5 per cento, contro un rendimento reale atteso dei titoli di Stato a lunga scadenza pari al 2,1 per cento.