I regolatori statunitensi hanno messo gli occhi su Coinbase, la più grande piattaforma di criptovalute degli Stati Uniti. L’exchange di criptovalute ha dichiarato di aver ricevuto un avviso dalla SEC (Securities and Exchange Commission), che potrebbe presto citarla in giudizio a causa di “potenziali violazioni delle leggi sui titoli”. Questo sta scatenando le vendite sul titolo che in Borsa.
Cos’è successo?
In mattinata la SEC ha informato Coinbase, tramite una Wells notice, ovvero gli avvisi che il regolatore statunitense utilizza per notificare a una società una potenziale causa in corso, che potrebbero esserci delle irregolarità sulle sue attività. In particolare, secondo la nota della SEC le attività che potrebbero essere oggetto di contestazione riguarderebbero i suoi asset digitali quotati, nonché il servizio di staking Coinbase Earn e Coinbase Wallet.
Normalmente la Wells notice viene notificata dopo che si sono svolte le indagini sulla società coinvolta e in seguito a questo avviso l’azienda indagate ha il tempo di confutare le accuse delle autorità. Da questo punto di vist,a teniamo presente che spesso, ma non sempre, queste intenzioni di citare in giudizio portano poi ad azioni esecutive nei confronti della società interessata: azioni legali o accordi e multe.
Nell’ultimo anno è aumentata molto l’attenzione dei regolatori verso gli exchange di criptovalute, soprattutto dopo il crollo di diversi broker di grosse dimensioni, come FTX. In tal senso, anche il presidente della SEC, Gary Gensler ha ripetutamente dichiarato che “molti dei token e dei prodotti offerti dai broker di criptovalute sono titoli e che le piattaforme di trading devono registrarsi presso la sua agenzia”. Dal canto suo Coinbase ha dichiarato di essere “preparata e fiduciosa nella legalità dei nostri beni e servizi”, con Paul Grewal, chief legal officer di Coinbase, che ha descritto l’avviso come “superficiale”, aggiungendo che “se dovesse essere necessario accogliamo con favore un processo legale per fornire la chiarezza che abbiamo sostenuto e per dimostrare che la SEC semplicemente non è stata equa o ragionevole quando si tratta del suo impegno sulle risorse digitali”.
Le rassicurazioni di Coinbase
Nonostante le indagini, Coinbase ha rassicurato i suoi clienti garantendo che i suoi prodotti e servizi “continueranno a funzionare normalmente come sempre”.
Il 20 marzo Coinbase aveva presentato propria una petizione alla SEC, nel tentativo di spiegare all’autorità che lo staking di criptovalute non dovrebbe essere universalmente considerato come i titoli azionari.
A riguardo Paul Grewal ha ribadito che “il prodotto di staking della società è molto diverso da quello offerto da Kraken, che è stato al centro del recente accordo della SEC”, “dacci delle regole e le seguiremo”. Secondo Coinbase i token quotati sulla suo exchange non sono titoli e che “nessuno degli asset presenti sulla piattaforma viene attualmente considerato un titolo dal regolatore”.
Vedremo come andrà ma si preannuncia un duro scontro dato che è intervenuto anche il ceo di Coinbase Brian Armstrong che ha dichiarato che “la società è disposta a combattere la SEC in tribunale qualora non sia possibile raggiungere una risoluzione“.