La riforma doveva scattare già nel 2023, ma poi c’è stata una marcia indietro perché i tempi erano troppo stretti. Adesso si ritorna a parlare della possibilità di sganciare il canone Rai dalla bolletta della luce che inevitabilmente sarebbe leggermente più bassa.
Le dichiarazioni di Giorgetti: necessario “trovare un altro strumento”
Era il 2016 quando l’allora governo Renzi inserì il pagamento del canone sulla detenzione della televisione nella bolletta per la fornitura dell’energia elettrica.
Oggi l’importo del canone TV è di 90 euro l’anno e il pagamento avviene mediante addebito sulle fatture emesse dalle imprese elettriche in dieci rate mensili, da gennaio a ottobre di ogni anno.
Oggi si torna a parlare della possibilità che il canone Rai sia scollegato dalle bollette della luce dal 2024. Ad anticiparlo è stato il Ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, durante un evento elettorale della Lega a Roma.
Quest’anno io mi sono preso la responsabilità enorme, e ho preso un sacco di critiche chiaramente da tutti, perché siamo arrivati ed è rimasto in bolletta, se no saltava tutto, ma diventa chiaro che dalla bolletta il canone Rai dovrà uscire e quindi l’anno prossimo bisognerà trovare un altro strumento.
Queste le parole usate da Giorgetti, che non fornisce ulteriori dettagli ma sottolinea l’impegno del governo in questa direzione. Inizialmente è stata l’Unione europea, nell’ottica del PNRR. ad aver accettato la richiesta di cancellazione degli “oneri impropri” dai costi dell’energia.
Chi deve pagare il canone Rai
Deve pagare il canone chiunque sia in possesso di un apparecchio televisivo. Per apparecchio televisivo si intende un apparecchio in grado di ricevere, decodificare e visualizzare il segnale digitale terrestre o satellitare, direttamente – in quanto costruito con tutti i componenti tecnici necessari – oppure tramite decoder o sintonizzatore esterno.
Il canone è dovuto una sola volta in relazione a tutti gli apparecchi detenuti dai componenti della stessa famiglia anagrafica, indipendentemente dal numero di abitazioni in cui sono presenti apparecchi tv.
Se non si possiedono apparecchi televisivi, ma si è titolare di un’utenza elettrica residente, si può fruire dell’esenzione dal canone presentando la dichiarazione di non detenzione, compilando il Quadro A della dichiarazione sostitutiva pubblicata sui siti www.agenziaentrate.gov.it e www.canone.rai.it. Tale dichiarazione ha validità annuale.
Canone Rai in Italia, il più basso dell’Ue
Secondo il rapporto annuale sul settore Media & Entertainment italiano e mondiale di Mediobanca, all’Italia spetta il più basso canone unitario fra i maggiori Paesi europei, inferiore anche alla media europea (€0,25 al giorno per abbonato contro gli €0,32 medi). Molto più onerose per i contribuenti la TV pubblica tedesca (€0,58 giornalieri), quella britannica (€0,50) e francese (€0,38).
Nel 2022 inoltre, dice lo studio, solo 77,8 euro dei 90 (pari all’86%) sborsati da ogni abbonato sono stati incassati dalla Rai, un’incidenza anche in questo caso inferiore alla media europea (90,5%).
Con 8,9 miliardi di euro inoltre il servizio radiotelevisivo pubblico tedesco evidenzia il giro d’affari più elevato nel confronto europeo, più del triplo rispetto a quello italiano (€2,6 miliardi). Completano il podio Gran Bretagna (€7,7 miliardi) e Francia (€3,9 miliardi).
Nel 2021 l’Italia si posiziona al terzo posto per crescita dei ricavi (+6,7% sul 2020), dietro solo a Spagna (+24,2%) e Gran Bretagna (+8,3%). L’Italia, con la Rai, si distingue quanto a redditività industriale: nel 2021 l’ebit margin della TV pubblica italiana si è attestato al 3,6% (in diminuzione dello 0,2% sul 2020), davanti al 3,2% del Regno Unito e al 2,5% della Spagna (unica in miglioramento, +5,9% sul 2020), mentre permane in territorio negativo la Francia (-1,1%).