Juventus, nuova grana plusvalenze: le Fiamme Gialle indagano su altri debiti omessi
Nuova grana in vista per la Juventus. La Guardia di Finanza sostiene che gli effetti delle plusvalenze sul bilancio juventino sono presenti anche nell’ultimo bilancio, e così la Procura ha aperto un’altra inchiesta sui bianconeri.
Vediamo tutto nell’analisi.
Nuovi guai in vista per il club bianconero
Se sul rettangolo di gioco i bianconeri hanno ripreso da tempo a correre e macinare punti, le vicende extra-calcistiche continuano a rivelarsi ben più intricate.
Si aggiunge un altro procedimento penale (numero 7719/2022) a carico della Vecchia Signora. Anche se a modello 45, ovvero senza ipotesi di reato e senza indagati. Il dossier si basa su documenti acquisiti in tempi recenti.
L’accusa è simile a quella dell’inchiesta Prisma, secondo quanto rivela il Corriere della Sera. Con riguardo “agli impegni (non depositati) assunti nei confronti dell’Atalanta e del Sassuolo – scrivono i militari del nucleo di polizia economico finanziaria di Torino – si ritiene che la società avrebbe omesso di rilevare nei relativi bilanci le seguenti passività: 8 milioni di euro per effetto del debito con l’Atalanta nel bilancio al 30 giugno 2021 (e poi in quello a 30 giugno 2022); altri 8 milioni per effetto del debito con il Sassuolo derivante dalla prelazione sul diritto di Traoré, nel bilancio al 30 giugno 2020 (e poi in quello chiuso al 30 giugno 2021)“.
I fatti e le conclusioni della Guardia di Finanza
Per questo la Guardia di Finanza ha acquisito il 22 dicembre scorso negli uffici del revisore dei conti Deloitte un secondo memorandum che risale al 3 novembre 2020.
Con le firme dell’ex direttore sportivo Fabio Paratici e del presidente dell’Atalanta Luca Percassi. Un documento che in qualche modo aggiorna quello del 25 giugno 2020 allegato a una mail inviata dai revisori. Che chiedevano chiarimenti proprio sui rapporti con l’Atalanta.
Nella corrispondenza con Deloitte si parla «dell’esistenza di un credito di euro 3 milioni (al 31 marzo 2022) per “fatture da emettere” nei confronti di Juventus». Nella stessa mail, il club bianconero definiva il memorandum «giuridicamente inefficace».
Ma gli inquirenti sono di un’altra opinione. Mentre secondo le Fiamme Gialle «l’esistenza di debiti verso l’Atalanta non rilevati nei bilanci (per circa 6/7 milioni) è stata confermata anche dal ds Cherubini», davanti ai pm. Le conclusioni della Gdf sono lapdarie: «Gli approfondimenti farebbero emergere l’esistenza di accordi/scritture private/memorandum relativi a diritti di opzione non depositati stipulati tra la Juve e Cagliari, Udinese, Bologna, Atalanta, Sassuolo, Sampdoria, Olympique des Alpes (Sion)». Accordi che, «ai sensi delle norme federali e, soprattutto, del principio contabile internazionale Ifrs 15, potrebbero portare quantomeno a rettificare alcune delle plusvalenze registrate nel bilancio al 30 giugno 2019». Nello specifico, si tratta di «32.788.000 euro su un totale di 127.053.000».
Cosa sono le plusvanze
Ma cosa sono le plusvalenze?
La domanda è di facile risposta per i calciofili, ma a beneficio di tutti ecco qui la spiegazione. Tecnicamente la plusvalenza (nel calcio) è il guadagno che una società fa con la vendita di un calciatore, meno la quota di ammortamento del cartellino che era ancora a bilancio.
Facciamo un esempio per capirci meglio: compro un giocatore a 10 milioni di euro e gli faccio 5 anni di contratto, quota di ammortamento 2 milioni di euro all’anno. Se dopo tre anni lo vendo a 20 milioni di euro la mia plusvalenza sarà: 20-(10-2×3)=16. Ovvero la cifra che incasso meno quanto ho ancora a bilancio che si ricava da quanto l’ho pagato meno la quota di ammortamento (2) per gli anni che ho avuto in squadra il giocatore (3). Ecco che il risultato fa 16.
I casi di plusvalenze in Serie A
Ma i casi plusvalenze si sono già verificati in passato, coinvolgendo le milanesi e concludendosi però in un nulla di fatto. Le inchieste del passato partite dall’ipotesi di plusvalenze fittizie hanno già investito il nostro calcio e non hanno portato a sviluppi per una semplice ragione: l’impossibilità di definire il valore oggettivo di un calciatore. Come scrive La Gazzetta dello Sport anche su Milan e Inter, a due riprese, 2008 e 2018, si era indagato, senza arriva a pene.
Insomma, staremo a vedere come andrà a finire per la Juventus, che al momento paga dazio già con un -15 in classifica in attesa della sentenza del Coni prevista per il 19 aprile. Un pronunciamento che a questo punto quasi sicuramente non sarà l’ultimo, perché il caos plusvalenza della dirigenza bianconera è una macchia d’olio che continua ad allargarsi.