Economia

Uova di Pasqua sempre più salate per le famiglie italiane

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Cala il prezzo delle materie prime, ma non i prezzi al dettaglio. Non è quindi una Pasqua fuori dal tunnel inflazionistico, con le famiglie italiane alle prese con uova pasquali più salate che dolci, nonostante il costo degli ingredienti sia sceso complessivamente dell’11% dalla metà di marzo 2022. A contrastare la tendenza è il prezzo del cioccolato lavorato, salito in Italia di circa il 7,5% nell’ultimo anno, secondo la fotografia scattata dalla piattaforma di social investing, eToro.

La società di trading ha elaborato l’Easter Egg Index, che utilizza una media ponderata semplice, con dati rilevati il 15 marzo 2023, analizzando un paniere di materie prime impiegate nella produzione delle uova di Pasqua – cacao, zucchero, latte – e nel loro imballaggio – alluminio (usato per la pellicola) e pasta di legno (usata per il cartone).

Gli italiani spenderanno di più per le uova di Pasqua

Un vero “effetto sorpresa” secondo quanto rilevato dall’analisi di eToro. Il calo dell’11% dei prezzi degli ingredienti, da marzo 2022, è in netto contrasto con l’aumento dei costi del 34% registrato da questo paniere di materie prime nei 12 mesi precedenti, ma non è abbastanza. Almeno non per quest’anno, anche se la tendenza in atto potrebbe rendere più economica la Pasqua del 2024. Gabriel Debach, market analyst di eToro, commenta:

“Anche se quest’anno i produttori possono godere di una certa riduzione dei costi, purtroppo le famiglie italiane che acquisteranno uova di Pasqua dovranno spendere molto di più rispetto al 2022. I prezzi delle materie prime, infatti, sono molto più volatili rispetto a quelli pagati dai consumatori nei negozi e spesso l’effetto a cascata è ritardato.”

Calano i prezzi delle materie prime

Secondo Debach di eToro però, c’è una buona notizia, ed é quella relativa al calo dei prezzi delle materie prime, che nel medio termine dovrebbe riflettere su quelli al dettaglio:

“La buona notizia è che questo calo dei prezzi delle materie prime dovrebbe riflettersi sui prezzi degli scaffali dei supermercati nei prossimi mesi. Questo, unito alle proiezioni del governo, che vedono l’inflazione scendere al di sotto del 3% entro la fine di quest’anno, dovrebbe finalmente concedere alle famiglie un po’ di sollievo dal rincaro del costo della vita”. 

Il calo dell’ultimo anno può essere attribuito in gran parte alla diminuzione dei prezzi del latte e dell’alluminio. Il prezzo del latte sul mercato delle materie prime è infatti sceso del 36% rispetto al periodo marzo 2021-2022, a causa dell’aumento dell’offerta da parte degli allevatori in risposta ai prezzi più elevati, mentre i prezzi dell’alluminio risentono dell’aumento dell’offerta globale da parte della Cina.

Per contro, i prezzi del cacao e dello zucchero sono rimasti alti. Questa tendenza è guidata dall’interruzione dell’offerta piuttosto che da una domanda più forte ed è particolarmente difficile da gestire per i responsabili politici. Ben Laidler, global market strategist di eToro, commenta:

Lo zucchero è la commodity con la migliore performance di quest’anno (+16%) e il principale dolcificante per alimenti e bevande. Si tratta di un mercato di grandi dimensioni (200 milioni di tonnellate) ma di basso valore (460 dollari/t). I prezzi sono ai massimi da sei anni, ma il rialzo è legato alle problematiche dell’offerta, più che a un picco di domanda. L’India, il secondo produttore mondiale, ha registrato cali di produzione dovuti alla siccità e tagli alle quote di esportazione. La produzione europea di barbabietole da zucchero è stata danneggiata dagli alti prezzi dell’energia, mentre i prezzi elevati del petrolio e le modifiche alla fiscalità locale stanno incentivando la domanda di biocarburanti sostitutivi in Brasile, il primo produttore mondiale. La riapertura della domanda sta incrementando invece i consumi negli Stati Uniti e in Asia.”

Il mercato del cacao ha caratteristiche diverse: è un mercato piccolo (5 milioni di tonnellate), ma di alto valore (2.900 dollari/tonnellata), dominato dall’offerta della Costa d’Avorio e del Ghana (60% del totale) e dalla domanda di cioccolato e cosmetici.