(9Colonne) – Roma, 15 giu – Mentre in Italia la politica è al lavoro per garantire la segretezza alle intercettazioni telefoniche, in Zimbabwe il governo lavora per rendere più invasivo il controllo dello Stato sulla vita dei cittadini. Il parlamento sta infatti varando una legge che permetterebbe alle autorità di monitorare costantemente telefoni, posta e internet in nome della “sicurezza nazionale”. Il governo ha infatti assicurato che si tratta di un provvedimento necessario per contrastare le attività criminali, ma i gruppi che si battono per la tutela dei diritti umani temono che la legge possa dare il via libera alle violazioni della privacy e al soffocamento della libertà di espressione. Ma le accuse sono state respinte dal ministro delle Comunicazione Chris Mushowe. “Siamo tutti soggetti a questa legge e lo Zimbabwe vuole lavorare per contrastare coloro che usano la tecnologia per commettere crimini – ha spiegato l’esponente dell’esecutivo – Succede così in tutto il mondo”.