14:22 venerdì 7 Aprile 2023

Ue: banche centrali assumono atteggiamento “hawkish”

Negli ultimi quindici giorni, i banchieri centrali dell’Europa centrale hanno intensificato i loro messaggi riguardo la politica monetaria, nel tentativo di persuadere gli investitori a non puntare sull’avvio imminente di un ciclo di allentamento. Il loro messaggio sta iniziando a ottenere risultati.

Questi avvertimenti giungono nonostante il calo dei mercati europei a seguito del fallimento del Credit Suisse, che ha portato ad un incremento delle scommesse sul fatto che le banche globali avrebbero iniziato a rilassare la politica monetaria.

Le banche centrali dell’Europa centrale, essendo state più veloci delle altre a innalzare i tassi, erano attese a guidare la via verso l’allentamento. Tuttavia, benché ciò possa ancora accadere, ora sembra che ciò avverrà più tardi del previsto.

La situazione sta cambiando: fattori come il mercato del lavoro in tensione e la consistente crescita salariale nella regione stanno influenzando gli investitori, i quali cominciano a notare questi cambiamenti.

“La forte pressione sui salari manterrà alta l’inflazione di base e potrebbe causare un ritardo nell’allentamento monetario rispetto alle attuali previsioni”, ha affermato Erste Bank in una nota di giovedì.

La Banca Centrale Ceca, precedentemente considerata accomodante con la sua nuova leadership e che aveva evitato di aumentare i tassi dall’estate scorsa nonostante le pressioni del suo dipartimento monetario e degli analisti esterni, ha in realtà rafforzato il suo messaggio restrittivo.

La controparte ungherese, che si pensava avrebbe iniziato a ridurre i tassi a marzo, si è impegnata a mantenerli stabili per un periodo prolungato, allo scopo di contenere le aspettative inflazionistiche – la crescita dei prezzi in Ungheria potrebbe essere diminuita a febbraio, ma rimane comunque a un livello elevato, pari al 25,4%.

Infine, la Banca Centrale Polacca ha mantenuto i tassi inalterati questa settimana e il governatore Adam Glapinski ha affermato di essere ancora disposto a incrementarli se necessario, sebbene non debbano aumentare ulteriormente se gli sviluppi economici seguiranno le sue previsioni attuali.

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