(9Colonne) – Roma, 18 giu – Il ceto medio “implode” e lascia al suo posto un arcobaleno. O meglio: un ceto arcobaleno. E’ questa l’indicazione principale emersa questa mattina dalla presentazione del “Rapporto sui diritti Globali 2007”, la relazione annuale sulla globalizzazione e sui diritti nel mondo presentata a Roma. Frutto di un progetto promosso da Cgil, Arci, Actionaid, Antigone, Cnca, Conferenza nazionale volontariato giustizia, Forum Ambientalista, Gruppo Abele e Legambiente e a cura di Associazione “Società InFormazione”, il volume è giunto alla sua quinta edizione. Dall’edizione 2007, l’indicazione più significativa è proprio quella relativa alla nascita di questo “ceto arcobaleno”, una classe sociale che, in termini di reddito reale, include tanto chi riesce ad arrivare a fine mese senza preoccupazioni quanto chi deve farlo, al contrario, stringendo la cinghia. Un ceto così variegato nasce dalla constatazione che uno stipendio medio di, ad esempio, 2000 euro, permette stili di vita molto differenti in base alla localizzazione geografica del lavoratore e alla sua condizione sociale. In definitiva, a parità di stipendio, un insegnante di una città medio-piccola del Sud-Italia vive in condizioni più agiate di un suo collega di Milano. Allo stesso modo un single vivrà meglio di un capofamiglia. Differenze da “geografic class” e “family class”, spiega il rapporto. La relazione evidenzia anche una crescita dell’occupazione che, però, riguarda più che altro i contratti a termine. Così se il lavoro precario registra un aumento del 9,7%, quello “standard” non va oltre un 2,3%.
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