Negli ultimi 10 anni sono state cedute partecipazioni in aziende familiari per 300 miliardi di euro. Lo dice la ricerca “Liquidity event nelle aziende di famiglia italiane. Analisi degli ultimi 10 anni, 2013-2022”, condotta da Pictet Wealth Management e dalla School of Management del Politecnico di Milano. Il passaggio generazionale una delle cause più frequenti del passaggio di mano delle pmi italiane. Il private banking ha un ruolo molto importante in tale passaggio. L’abbiamo approfondito con Onofrio Mario Bombacigno, responsabile private wealth management di Fideuram – Intesa Sanpaolo Private Banking.
Qual è il ruolo del private banking nel passaggio generazionale?
Il private banking ha un ruolo di primo piano nel passaggio generazionale. Il private banker gestisce il patrimonio finanziario della famiglia interessata e ne conosce le altre componenti (ad esempio quella immobiliare). Ma in più ha una profonda conoscenza dei vari membri della famiglia, dei loro desideri, delle loro ambizioni e aspettative. È quindi si può certamente ritenere il partner ideale nelle scelte più complesse e articolate. In molti casi, direi quelli di maggior successo, un private banker è in grado di aiutare la famiglia nel pianificare attentamente tutte le fasi del passaggio, soprattutto quando si è in presenza di un’azienda.
In che senso il private banking è chiamato a gestire anche fattori emotivi e relazionali nel passaggio generazionale?
Prima di qualsiasi patrimonio, prima di qualsiasi azienda, c’è una famiglia, la sua storia e le persone che hanno contribuito alla nascita e allo sviluppo della ricchezza. Non si può che partire da questi elementi per gestire con successo una fase tanto delicata. L’analisi puntuale dei numeri, le soluzioni “tecniche” perché tutto funzioni sono un elemento importante ma non il più importante. Prima vengono le persone, con le loro idee di vita e di futuro. Il compito del private banking è fare in modo che un patrimonio si tramandi, con piena soddisfazione di tutti i soggetti interessati.
Qual è il ruolo del private banking per sostenere l’economia reale?
Il nostro è da sempre un Paese di risparmiatori: le famiglie italiane detengono una ricchezza finanziaria molto elevata. Aiutare i risparmiatori ad identificare soluzioni di investimento che abbiano nelle piccole-medie aziende non quotate il proprio target di investimento, può rappresentare una soluzione che porta due risultati positivi: per il risparmiatore, una maggiore diversificazione degli investimenti verso asset class meno volatili e con un ritorno potenzialmente molto interessante nel medio/lungo periodo; per l’imprenditore, avere accesso ad ulteriori capitali con cui perseguire i piani di espansione dell’azienda.
Pensa che il private banker abbia un ruolo e una rilevanza sociale? Perché?
Per tutto quanto detto sopra, la risposta non può che essere affermativa. Trasferire importanti capitali alle nuove generazioni, cercando di aiutarle a sostenere i propri percorsi di crescita e le proprie ambizioni è evidentemente un compito delicato e decisamente utile per la collettività. Provando a fare degli esempi concreti: non aiutare un imprenditore a pianificare correttamente il futuro della sua azienda, considerando che solo il 13% delle pmi sopravvive al terzo passaggio generazionale, equivale non solo al depauperamento del patrimonio della sua famiglia ma anche a generare gravi ripercussioni per chi in quella azienda lavora (in Italia più di 15 milioni di persone lavorano in pmi). E ancora, pensiamo a quelle famiglie al cui interno ci sia un componente con delle difficoltà o da proteggere in quanto minore o portatore di handicap: è palese che si debba dedicare a loro tutta l’attenzione possibile per accompagnarne i passi futuri. Quindi la nostra sfida, che accettiamo con grande senso di responsabilità, è aiutare i possessori di importanti patrimoni a identificare le soluzioni più adeguate per gestire, nel modo possibilmente più corretto, una fase tanto delicata.