Wall Street: effetto Meta sui futures Nasdaq post conti. First Republic reduce da altro tonfo
Trend positivo per i futures Usa: alle 7.40 circa ora italiana i futures sul Dow Jones salgono dello dello 0,14%, quelli sullo S&P 500 dello 0,30%, mentre quelli sul Nasdaq di oltre lo 0,60%, sulla scia del rally di Meta.
Il Dow Jones Industrial Average ha perso ieri lo 0,68%, lo S&P 500 ha ceduto lo 0.38%, mentre il Nasdaq Composite è salito dello 0,47%.
Boom del titolo Meta nelle contrattazioni afterhours di Wall Street, dopo che il colosso a cui fanno capo Facebook, Instagram e WhatsApp ha annunciato di aver riportato risultati migliori delle attese.
Le quotazioni volano del 12% circa.
L’utile per azione di Meta relativo al primo trimestre dell’anno si è attestato a $2,20, meglio dei $2,03 per azione attesi dagli analisti intervistati da Refinitiv.
Il fatturato è stato pari a $28,65 miliardi, contro i $27,65 miliardi previsti dal consensus.
Per il secondo trimestre dell’anno la Big Tech guidata da Mark Zuckerberg ha annunciato inoltre di prevedere un fatturato a un livello superiore alle previsioni.
Il focus ieri è rimasto sul destino della banca regionale americana First Republic. Dopo il crollo dell’altro ieri del 50% successivo ai dati relativi alla fuga dei depositi nel primo trimestre dell’anno.
titolo ieri è stato sospeso al rialzo diverse volte per chiudere con un altro tonfo del 30%.
Breaking news
Seduta positiva per le borse europee, grazie anche all’andamento positivo di Wall Street in scia alla riunione della Fed.
La Federal Reserve annuncia un significativo taglio dei tassi di interesse, il primo in quattro anni, con possibili ulteriori riduzioni entro fine anno. I mercati reagiscono positivamente, con forti guadagni per i principali indici statunitensi e un incremento della propensione al rischio che favorisce i titoli tecnologici.
La sterlina britannica ha raggiunto i massimi da marzo 2022 in seguito alla decisione della Banca d’Inghilterra di mantenere invariato il tasso d’interesse al 5%. La valuta si è rafforzata sia contro il dollaro che l’euro, in un contesto di politiche monetarie divergenti tra la BoE e la Federal Reserve americana.
Il comitato di politica monetaria della Banca Centrale della Turchia ha deciso di mantenere invariato il tasso di riferimento al 50%, nonostante l’analisi degli indicatori inflazionistici e la domanda interna in rallentamento.