Economia

L’AI mette a rischio il 25% dei posti di lavoro

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Il futuro del lavoro è destinato a subire grandi cambiamenti nei prossimi anni: quasi il 25% dei posti di lavoro che cambieranno nei prossimi cinque anni, secondo un nuovo rapporto del World Economic Forum (Wef). Lo dice il rapporto “Future of Jobs“,  pubblicato dal Wef.

Quali sono le previsioni sui posti di lavoro

Il Wef prevede che ci saranno 14 milioni di posti di lavoro in meno entro cinque anni, poiché si stima che 83 milioni di posti di lavoro scompariranno, mentre se ne apriranno solo 69 milioni. Il rapporto si basa su un sondaggio condotto su 803 aziende che impiegano un totale di 11,3 milioni di lavoratori in 45 diverse economie in tutto il mondo. Una vasta gamma di fattori giocherà un ruolo nella perturbazione, dallo sviluppo tecnologico all’intelligenza artificiale e al cambiamento climatico.

Le preoccupazioni per i cambiamenti tecnologici che hanno un impatto negativo sui posti di lavoro sono aumentate, soprattutto da quando strumenti di intelligenza artificiale generativa come Chat GPT sono diventati accessibili a tutti. La tecnologia sembra essere uno dei maggiori fattori di perdita di posti di lavoro, secondo la ricerca.

“Le maggiori perdite sono previste nei ruoli amministrativi e nei tradizionali ruoli di sicurezza, fabbrica e commercio”, afferma il rapporto, osservando che il declino dei ruoli amministrativi in ​​particolare sarà “guidato principalmente dalla digitalizzazione e dall’automazione”. Tuttavia, le aziende intervistate non vedono i cambiamenti tecnologici come un aspetto complessivamente negativo. Si legge nel rapporto:

“L’impatto della maggior parte delle tecnologie sui posti di lavoro dovrebbe essere nettamente positivo nei prossimi cinque anni. L’analisi dei big data, le tecnologie per la gestione dei cambiamenti climatici e dell’ambiente, la crittografia e la sicurezza informatica dovrebbero essere i principali motori della crescita dell’occupazione”.

L’intelligenza artificiale è descritta come un “motore chiave del potenziale spostamento algoritmico” dei ruoli nel rapporto e si prevede che quasi il 75% delle aziende intervistate adotterà la tecnologia. Circa il 50% delle imprese si aspetta di conseguenza la creazione di posti di lavoro, mentre il 25% si attende un calo di posti di lavoro.

Anche la tecnologia non è l’unico fattore in gioco quando si tratta di interruzione del lavoro, secondo il Wef. In effetti, è al sesto posto nell’elenco dei fattori che portano alla creazione o all’eliminazione netta di posti di lavoro.

Quali altri fattori dobbiamo considerare

Le aziende che diventano più ecologiche e adottano standard ambientali, sociali e di governance più elevati sono i due principali motori della creazione di posti di lavoro; il rallentamento della crescita economica non è un motivo sufficiente per non adottare queste pratiche.

Inoltre, molte aziende hanno riconosciuto che l’adozione di tali standard può anche aumentare la loro attrattività per i consumatori e gli investitori che sono sempre più attenti all’impatto ambientale e sociale delle aziende in cui investono o acquistano prodotti.

Tuttavia, l’adozione di standard più elevati può essere un processo costoso e impegnativo per le aziende, soprattutto per quelle di piccole dimensioni. Alcune aziende hanno sottolineato la necessità di un supporto finanziario e di politiche pubbliche che incentivino l’adozione di pratiche sostenibili.

Sarà possibile mitigare questi fattori?

Nonostante le preoccupazioni riguardanti la perdita di posti di lavoro, il rapporto del Wef sostiene che le aziende e i governi possono adottare misure per mitigare gli effetti negativi della perturbazione del lavoro.

Tra le misure proposte ci sono la formazione dei lavoratori per competenze del futuro, il sostegno ai lavoratori disoccupati nella ricerca di nuove opportunità di lavoro e il miglioramento delle politiche pubbliche per sostenere la transizione verso un’economia più sostenibile e digitale.

“Per far fronte alla perturbazione del lavoro, dobbiamo fare di più che solo formare le persone”, ha affermato Zahidi, amministratore delegato del Wef:

“Dobbiamo pensare a un sistema di supporto continuo e migliorare la nostra infrastruttura di formazione e sviluppo professionale”.

Inoltre, il rapporto del Wef evidenzia anche l’importanza di una maggiore collaborazione tra le aziende e i governi per affrontare i cambiamenti nel mondo del lavoro. “Questo richiede un dialogo costante e una partnership tra imprese e governi, ma anche con i lavoratori e la società civile”, conclude Zahidi.