Società

WALL STREET CHIUDE ANCORA IN ROSSO, ALTA VOLATILITA’

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Un’altra seduta caratterizzata da alta volatilita’ a Wall Street. Gli operatori sono alla continua ricerca di alcuni catalizzatori che possano oscurare le tensioni emerse dal comparto finanziario a causa della crisi legata alle insolvenze dei mutui subprime. A poco e’ servito il calo del greggio, controbilanciato dalle deludenti notizie giunte dal comparto macroeconomico. Il Dow Jones ha perso lo 0.11% a 13337, l’S&P500 lo 0.32% a 1492, il Nasdaq lo 0.11% a 2574.

Si stanno facendo sempre piu’ insistenti le preoccupanti dichiarazioni di analisti e money manager relative agli sviluppi sull’industria del credito, sulla scia del collasso dei due hedge funds gestiti da Bear Stearns, particolarmente esposti al settore dei mutui immobiliari.

Ad aggravare la situazione sono i segnali negativi che continuano a giungere dal comparto degli immobili. Dopo il deludente dato sulle vendite di case esistenti, che ha evidenziato un aumento dell’invenduto ai massimi livelli degli ultimi 15 anni, anche il dato sulla compravendita di case nuove ha deluso le attese degli analisti, arretrando dell’1.6% a maggio a quota 915 mila unita’ (stime: 925 mila).

Ancora piu’ preoccupante e’ il risultato emerso dallo Standard & Poor’s Case-Shiller home price index che ha evidenziato un calo dei prezzi medi degli immobili ad un tasso che non si vedeva da ben 16 anni.

A completare il quadro e’ infine la perdita trimestrale riportata da una delle societa’ leader nelle costruzioni, Lennar ([[LEN]]), che ha anche espresso commenti negativi sull’outlook del resto dell’anno, a causa di “un ulteriore deterioramento delle condizioni del mercato”. Il titolo e’ arretrato di oltre 3 punti percentuali.

Tornando brevemente sugli aggiornamenti relativi alla congiuntura Usa, note poco incoraggianti sono emerse anche dal dato sul sentiment delle famiglie americane che ha mostrato un abbassamento della fiducia dei consumatori ai minimi di 10 mesi.

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Passando alla cronaca societaria, riflettori ancora puntati sulle trattative tra News Corp. ([[NWC]]) e il gruppo editoriale Dow Jones ([[DJ]]). Sembra che le due aziende siano giunte ad un accordo sulla protezione editoriale del “Wall Street Journal”: una risposta definitiva sull’offerta di acquisto del valore di $5 miliardi avanzata da Murdoch potrebbe dunque arrivare nei prossimi giorni.

Nel comparto retail, giornata negativa per il colosso Target ([[TGT]]): l’azienda ha annunciato che le vendite comparate
di giugno si attesteranno al livello inferiore dell’atteso range. Vendite anche sulla societa’ alimentare Kroger ([[KR]]), il cui balzo del 10% degli utili trimestrali non e’ stato sufficiente a soddisfare gli operatori.

Tra le societa’ dell’S&P500 che diffonderanno i bilanci fiscali subito dopo la chiusura delle borse si distinguono il colosso degli articoli sportivi Nike ([[NKE]]) e il gigante software Oracle ([[ORCL]]).

Sugli altri mercati, nel comparto energetico, grazie all’allentamento delle tensioni sul livello di output, i futures con consegna agosto sul petrolio hanno chiuso in calo di $1.71 a $67.77 al barile. Positivi i risvolti sui prezzi della benzina, negli Usa in calo rispetto alla settimana precedente, al di sotto dei $3 al gallone.

Sul valutario, euro invariato rispetto dollaro: nel tardo pomeriggio di martedi’ a New York il cambio tra le due valute e’ di 1.3460. In forte calo l’oro. I futures con consegna agosto hanno chiuso con una perdita di $9.400 a $645.30 all’oncia. In ribasso i Titoli di Stato. Il rendimento sul Treasury a 10 anni si e’ portato al 5.101% dal 5.078 di lunedi’.