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(WSI) –
Il vecchio continente guarda oltre oceano. Il nuovo continente gira le spalle. E se deve girarsi, lo fa scavalcando l´Europa per guardare più a Est. Non c´è spazio per romanticismi quando in ballo ci sono i soldi, o meglio, le strategie dei top manager. Americani e europei sono stati messi a confronto da un rapporto realizzato dalla Tns Opinion per conto dalla Roland Berger, società tedesca di consulenza strategica. Il risultato: quasi la totalità dei manager europei (circa il 95%) vorrebbe relazioni più strette con le società born in the Usa: ma per il 40 per cento degli executive americani la collaborazione con l´Europa conta poco o nulla.
Gli autori del rapporto hanno intervistato 170 manager, di cui 120 a capo di società europee (Germania, Francia, Regno Unito, Italia, Polonia e Spagna), 50 di società americane. L´oggetto dell´indagine è l´importanza della cooperazione transatlantica: ha funzionato? Fino a oggi poco, a leggere le risposte degli intervistati: solo il 12% dei manager americani ne riconosce i risultati positivi, un po´ di più (25%) quelli europei.
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Perché le società americane non sono interessate all´Europa? Semplice. «Perché non è attraente – spiega Roberto Crapelli, amministratore delegato di Roland Berger Strategy Consultants Italia – e l´attenzione è più orientata verso le economie di Cina, India, Sud America». Una soluzione al problema per Crapelli sarebbe «stimolare gli investimenti diretti da parte degli intermediari finanziari». Come? «Valorizzando agli occhi del capitale americano disponibile gli investimenti in aziende europee e in particolare in Italia nelle piccole e medie imprese». E chi può farlo? Per l´ad di Roland Berger Italia «il processo non può essere lasciato in mano ai private equity o alle grandi banche di investimento internazionali». Tocca alle nostre banche commerciali («Unicredit è la più avanzata in questa direzione») prendere il mano la situazione.
Anche perché bisogna far fronte alla sfida lanciata dalle economie emergenti. Lo sanno bene i manager – di Usa e Europa, qui la nazionalità fa poca differenza – che davanti alla minaccia di India e Cina danno risposte più omogenee: il 50% degli executive europei e il 54% di quelli americani confessano di essere preoccupati. E, nonostante gli scarsi risultati del passato, di confidare nell´espansione delle relazioni economiche per il futuro (risponde così il 70% dei manager Usa e il 98% di quelli europei). Su come questa possa realizzarsi, la maggioranza di entrambi i fronti (il 68% di coloro che guidano una società nel vecchio continente, il 54% di quelli che lo fanno negli Stati Uniti) non ha dubbi: con l´abbattimento delle barriere commerciali.
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