Mutui, tra l’impatto della stretta Bce e la pianificazione di lungo periodo: la view di Mediolanum
La BCE ha alzato i tassi d’interesse di 25 punti base, una stretta ulteriore di Francoforte che peserà inevitabilmente sulle tasche dei risparmiatori specie per chi ha sottoscritto un mutuo a tasso variabile. Il tema dell’aumento delle rate e l’impatto sulle finanze personali è da tempo al centro delle discussioni, ma a suggerire una via d’uscita preziosa è Banca Mediolanum, con le parole del direttore generale Gianluca Bosisio, che ai nostri microfoni ha spiegato come una pianificazione finanziaria di lungo periodo possa rendere sostenibile il mutuo e ridurre al minimo i rischi per il cliente. Vediamo tutto nell’analisi.
La scelta della BCE
Con le prospettive di inflazione che continuano a essere elevate da troppo tempo e alla luce delle perduranti alte pressioni inflazionistiche, Christine Lagarde ha deciso oggi di innalzare di 25 punti base i tre tassi di interesse di riferimento della BCE. Al tempo stesso, i passati incrementi dei tassi di interesse si stanno trasmettendo con vigore alle condizioni monetarie e di finanziamento nell’area dell’euro, mentre il ritardo e l’intensità della trasmissione all’economia reale rimangono incerti.
L’analisi del dg Bosisio
Gianluca Bosisio, direttore generale di Banca Mediolanum commenta: “Il tema dei finanziamenti è molto più articolato di quanto si pensi. Il mutuo accompagna il cliente per un lasso di tempo di qualche decennio, non si può quindi esaurire nell’atto della richiesta o nel solo confronto dei tassi. Va inserito e integrato nel portafoglio del cliente per creare le condizioni perchè la rata sia sostenibile nel tempo. Una prima analisi, quindi, parte proprio dalla composizione familiare e dalla capacità del cliente di produrre reddito presente e futuro, considerando anche entrate extra che possono portare nuovi capitali. Trattandosi di un impegno di così lungo respiro, pertanto, suggeriamo di aggiungere alla rata una polizza assicurativa per prevedere e annullare tutte quelle situazioni e imprevisti che potrebbero verificarsi in un percorso così lungo, a tutela della famiglia, per non vanificare lo sforzo fatto e garantire il raggiungimento dell’obiettivo. Spesso ci si concentra solo sul mutuo, ma la perdita della capacità reddituale ha un impatto maggiore rispetto all’innalzamento della rata mensile. Insomma, guidiamo il cliente nel posizionarsi correttamente rispetto alla richiesta di mutuo e alla sua capacità di sostenere il piano di rientro dal debito”.
“Ciò premesso, quando progettiamo nuove soluzioni di finanziamento cerchiamo sempre di proiettarle sul lungo termine per renderle sostenibili al mutare degli scenari – ha spiegato ancora il direttore generale di Banca Mediolanum – Nello specifico, venendo da un lungo periodo di tassi bassi, a suo tempo abbiamo simulato uno scenario di rialzo dei tassi e abbiamo quindi inserito, già nelle soluzioni base, dei meccanismi che abbassano automaticamente lo spread al rialzo dell’Euribor. Oltre a questo automatismo, ricordo che tutti i nostri prodotti prevedono, di default, la possibilità di saltare una o più rate, a cui il cliente può ricorrere a sua discrezione. Facendo un’analisi della nostra base clienti, posso dire che l’80-85% della nostra clientela beneficia di una condizione di miglior favore rispetto al momento di sottoscrizione del mutuo. Ma non ci siamo fermati ai soli automatismi. In considerazione dell’inasprimento dello scenario, a fine 2022, abbiamo deciso, unilateralmente, di prevedere un taglio dello spread a un cluster di clientela che, a nostro parere, aveva maggior bisogno di un sostegno. In sintesi, consideriamo il mutuo e la richiesta di acquisto della casa un momento centrale per una famiglia, per questo occorre un’attenta assistenza consulenziale non solo nel momento di stipula del contratto, ma per tutta la durata del finanziamento”.
L’allerta dell’UNC
Tale contesto, di cui vi avevamo già parlato ieri in questa nostra analisi, tuttavia, ha generato notevole preoccupazione nell’UNC, come emerge dalla dichiarazione rilasciata oggi dall’associazione di tutela dei consumatori.
“Una stangata! Considerando l’ultimo Taeg comunicato da Bankitalia, l’importo e la durata media di un mutuo, un rialzo dei tassi di 25 punti percentuali corrisponde, nel caso di un pieno trasferimento sull’Euribor, ad un aumento della rata, per chi ha sottoscritto ora un mutuo a tasso variabile, pari a 38 euro al mese. Una mazzata annua pari a 456 euro – afferma Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori – Un rincaro che, nel caso di piano di ammortamento alla francese, vale per chi ha sottoscritto da poco il contratto e ha ancora una quota di interessi molto alta, ma che ovviamente cala man mano che il mutuo si avvicina alla fine e si paga quasi soltanto la quota capitale”.
Insomma il tema resta delicato e da seguire, con la BCE che sembra “determinata” a inasprire ulteriormente la politica monetaria, ma si rifiuta di fornire qualsiasi forma di forward guidance e ha ribadito di concentrarsi principalmente sui dati macro che usciranno. Un motivo in più, per tutti i risparmiatori, nello scegliere di affidarsi a un consulente finanziario in grado di pianificare al meglio la gestione del suo patrimonio nel lungo termine.