Via libera dalle commissioni parlamentari, Giustizia e Mercato Interno dell’Eurocamera all’AiAct (Artificial Intelligence Act), il documento che fissa per la prima volta le nuove regole Ue per l’Intelligenza artificiale. Il testo è stato approvato con 84 voti a favore 7 contrari e 12 astenuti. Approvata dalle commissioni parlamentari competenti la posizione dell’Eurocamera, dovrà ora essere confermata dal Parlamento europeo che voterà durante le sedute plenarie del 12-15 giugno. Poi il negoziato con gli Stati membri, per una legislazione sull’IA che sarebbe la prima al mondo. Vediamo cosa prevede la regolamentazione.
IA, cosa prevedono le regole
Le regole seguono un approccio basato sul rischio e stabiliscono obblighi per fornitori e utenti a seconda del livello di rischio che l’intelligenza artificiale può generare.
Quando questo è considerato “inaccettabile”, l’utilizzo di sistemi di IA è vietato, come ad esempio nei sistemi di manipolazione comportamentale che sfruttano le debolezze degli individui o in quelli di “classificazione sociale“, utilizzati per assegnare punteggi alle persone in base ai loro comportamenti o al loro status socio-economico. I deputati hanno ampliato la classificazione delle aree ad alto rischio per includere i danni alla salute, alla sicurezza, ai diritti fondamentali o all’ambiente delle persone.
I divieti proposti dal Parlamento includono i sistemi di riconoscimento facciale negli spazi pubblici, salvo quelli utilizzati nelle indagini per gravi crimini con l’autorizzazione delle autorità giudiziarie.
E gli algoritmi predittivi del comportamento, basati sulla profilazione degli individui, i sistemi di riconoscimento emotivo in contesti giudiziari, lavorativi, educativi o nei controlli alle frontiere: tutte situazioni in cui l’IA potrebbe rischiare di fuorviare le decisioni.
“Vogliamo che non accada più, ad esempio, che i curriculum delle donne e delle persone non bianche vengano scartati a priori in una selezione perché il sistema di IA è stato allenato con dati che perpetuano le discriminazioni”, ha commentato Brando Benifei, eurodeputato del Partito Democratico.
Il capitolo Chat GPT
La proposta addotta include requisiti di trasparenza per i nuovi chatbot, come Chat Gpt. Le società proprietarie dei software dovranno dichiarare quando un testo è generato dall’intelligenza artificiale, e impedire l’uso di dati protetti da copyright o la diffusione di contenuti illegali.
“Quando parliamo di sviluppo di sistemi di intelligenza artificiale su larga scala non parliamo solo del pericolo di potenziali falle nel sistema. Stiamo anche parlando di enormi livelli di potenza dei computer, che hanno un impatto ambientale, di sfruttamento del lavoro delle persone, spesso nel Sud del mondo, e di diversi livelli di dominio economico da parte di grandi aziende“.
La posizione del Parlamento dovrà ora essere confermata con una votazione prevista nella sessione plenaria di giugno dell’Eurocamera. Seguirà il negoziato con i 27 Stati membri.