(9Colonne) – Roma, 3 giu – In Uganda si mettono al bando le indistruttibili buste di plastica e si torna a fare la spesa con le vecchie sporte fatte di foglie di banano; da domenica è entrata infatti in vigore una normativa che vieta alle aziende di produrre e importare buste di polietilene, così come è vietato il loro uso. Ne dà notizia l’agenzia Misna. “A causa di serie preoccupazioni ambientali e difficoltà di smaltimento delle buste di polietilene e contenitori di plastica, è necessario scoraggiare i produttori e convincere i consumatori a minimizzarne l’uso” aveva detto un mese fa il ministro delle finanze Ezra Sgruma, annunciando il provvedimento. Non c’è strada o marciapiede delle città ugandesi che non abbia ai suoi bordi una quantità, più o meno fitta, di buste di plastica abbandonate – ‘buveera’ in dialetto locale – e il panorama è ancora più preoccupante nelle zone rurali dove piante e terre non coltivate sono infestate dalle sacche non biodegradabili. Si teme tra l’altro che le buste sporche possano favorire la trasmissione di malattie e, come già accaduto per le zone palustri che circondano il Lago Vittoria, inquinino l’acqua e minaccino la vita di numerose specie ittiche, uccelli e piccoli mammiferi che tentano di mangiarle. L’iniziativa del governo ugandese ne ricalca una simile adottata un anno fa a Zanzibar, in Tanzania; in diversi altri paesi africani si sta pensando di disincentivare l’uso delle buste indistruttibili, inquinanti e deturpanti per il paesaggio almeno aumentandone il costo.
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