L’implementazione del Pnrr italiano è afflitta da possibili ritardi. La conferma proviene dalla Commissione europea, la quale ha pubblicato mercoledì le raccomandazioni specifiche per l’Italia. Sono state diramate le attese raccomandazioni dell’Unione Europea all’Italia.
In questo documento, l’esecutivo europeo ribadisce il “rischio crescente di ritardi” nella gestione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr), mentre la Commissione ha deciso di evitare procedure per deficit eccessivo nel 2023.
Tuttavia, il commissario all’Economia Paolo Gentiloni ha dichiarato che Bruxelles “prevede di farlo” nel 2024, sottolineando che “sulla base dei dati del 2022, sarebbero 14” gli Stati membri fuori dai parametri.
“Stiamo ultimando la nostra valutazione sulla terza rata ma questo non significa che il piano in sé sia in ritardo” – ha aggiunto.
Raccomandazioni in “tre blocchi” per il Pnrr
Le raccomandazioni si articolano principalmente in tre blocchi, che non si discostano troppo da quelle già formulate per il 2022. Innanzitutto, si sottolinea l’importanza di assicurare una politica fiscale “prudente” e di arginare la crescita della spesa primaria netta entro un tetto dell’1,3% nel 2024.
Inoltre, si richiede una riforma del sistema fiscale che riduca ulteriormente le imposte sul lavoro, senza intaccare la progressività fiscale, e che promuova un’amministrazione efficiente per attuare il piano di ripresa e resilienza, riducendo al minimo la dipendenza dai combustibili fossili.
La Commissione europea insiste sull’importanza di una governance accurata per l’attuazione del Pnrr, chiedendo all’Italia di garantire una governance efficace e di rafforzare la capacità amministrativa, soprattutto a livello subnazionale, al fine di consentire un’attuazione continua, rapida e costante del piano.
È necessario completare rapidamente il capitolo RePowerEU e avviarne l’attuazione, nonché procedere rapidamente all’attuazione dei programmi della politica di coesione.
Transizione ecologica, debito pubblico e fisco
Oltre al Pnrr, l’Unione Europea pone l’accento sulla necessità di accelerare nella transizione verso le energie rinnovabili e sulla riduzione della dipendenza da fonti fossili. In Italia, sembra che la transizione verde stenti ad affermarsi e quindi è fondamentale adottare misure che favoriscano una transizione sostenibile verso fonti energetiche più pulite.
Per quanto riguarda il versante fiscale, la Commissione Ue chiede all’Italia di ridurre ulteriormente le imposte sul lavoro e di rendere più efficiente il sistema tributario attraverso l’adeguata attuazione della legge delega sulla riforma fiscale, preservando al contempo la progressività del sistema tributario. È necessario migliorare l’equità del sistema fiscale, razionalizzando e riducendo le agevolazioni fiscali, compresa l’IVA e le sovvenzioni dannose per l’ambiente, nonché semplificando il codice fiscale.
La questione del debito pubblico è un tema cruciale affrontato dall’UE e il Commissario Gentiloni sottolinea che la risposta alle sfide multiple della congiuntura non deve passare dall’aumento del debito. Invece, occorre affrontare queste sfide mantenendo i debiti su una traiettoria discendente, soprattutto per i Paesi più esposti. La discussione riguarda come finanziare gli investimenti massicci necessari in Europa e in questa prospettiva si sta lavorando alla riforma del patto di stabilità e alla proposta di istituire un fondo sovrano dell’UE. La questione degli investimenti per la difesa è in discussione e sarà la grande storia dei prossimi anni.