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Petrolio in calo dopo l’accordo sul debito

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I prezzi del petrolio hanno subito una flessione oggi a causa delle preoccupazioni legate alla situazione economica, che hanno avuto la meglio sull’accordo provvisorio sul tetto del debito raggiunto negli Stati Uniti. Tale accordo, se approvato, potrebbe evitare un potenziale default nell’economia più grande al mondo, nonché consumatrice di petrolio. Al momento della stesura, i future del Brent hanno registrato una diminuzione dello 0,37%, attestandosi a $76,62 al barile, mentre il greggio statunitense West Texas Intermediate ha segnato un ribasso dello 0,17%, stabilendosi a $72,75 al barile. A causa delle festività pubbliche nel Regno Unito e negli Stati Uniti, ci si aspetta un mercato piuttosto quieto e limitato nelle contrattazioni di oggi.

L’accordo sul tetto del debito non basta a sostenere il petrolio

Durante il fine settimana, il presidente degli Stati Uniti Joe Biden e il presidente della Camera dei Rappresentanti Kevin McCarthy hanno raggiunto un accordo sul tetto del debito Usa, fissato a $31,4 trilioni, e stabilire un limite di spesa governativa per i prossimi due anni. Entrambi i leader si sono mostrati fiduciosi che i membri dei partiti Democratico e Repubblicano sosterranno l’accordo.

Tuttavia, gli analisti ritengono che l’effetto positivo sull’andamento dei prezzi del petrolio derivante dall’accordo sul debito sia destinato a essere di breve durata, poiché i guadagni iniziali della sessione sono ormai svaniti.

Tony Sycamore, analista di IG con sede a Sydney, ha dichiarato che la Federal Reserve degli Stati Uniti potrebbe comunque aumentare i tassi di interesse nel mese di giugno. “Tassi di interesse più elevati negli Stati Uniti rappresentano un ostacolo per la domanda di petrolio greggio”, ha sottolineato Sycamore.

I mercati si aspettano che la Federal Reserve aumenti i tassi di interesse di 25 punti base il mese prossimo, per poi mantenerli stabili per il resto dell’anno.

Il monito dell’Opec+

Il ministro dell’Energia dell’Arabia Saudita, Abdulaziz bin Salman, ha messo in guardia i venditori allo scoperto che puntano a una diminuzione dei prezzi del petrolio, raccomandando di fare attenzione, lasciando intuire che l’Opec+ potrebbe decidere di ridurre ulteriormente la produzione.

Tuttavia, i commenti provenienti dagli ufficiali russi del settore petrolifero e da fonti interne, incluso il Vice Primo Ministro Alexander Novak, indicano che il terzo maggior produttore di petrolio al mondo è propenso a mantenere invariata l’attuale produzione.

“C’è un certo grado di confusione tra i trader riguardo a ciò che possiamo aspettarci”, ha affermato Craig Erlam, analista senior dei mercati presso OANDA. Ha concluso:

“Potrebbe darsi che l’Arabia Saudita voglia mantenere i trader in uno stato di incertezza, ma se i commenti non verranno seguiti da azioni concrete, ciò potrebbe essere interpretato come una debolezza e portare nuovamente ad una diminuzione dei prezzi”.