Dopo la rapida riapertura post-Covid, l’economia cinese ha mostrato alcuni segnali di miglioramento. Soprattutto il settore dei servizi ha registrato una netta ripresa rispetto all’anno precedente e anche i mercati immobiliari hanno registrato una certa stabilizzazione, con una ripresa sia dei volumi di vendita sia dei prezzi delle transazioni.
I dati macroeconomici cinesi di quest’anno sono stati però complessivamente deludenti, soprattutto se si considera che il primo trimestre del 2023 avrebbe dovuto realizzare la forte domanda repressa a causa delle chiusure del 2022. Il governo cinese sta attualmente prendendo tempo su forti misure di stimolo, ma quest’anno è previsto un graduale allentamento della politica monetaria.
In questo contesto, vi sono molti motivi per essere positivi sui titoli di Stato cinesi e sulle obbligazioni di credito a elevato rating, in particolare per la bassa correlazione tra questa classe di attivi e gran parte degli eventi dei mercati globali. Se i dati sulla crescita e sull’inflazione continueranno a deludere e la People’s Bank of China (PBoC) sarà costretta a ridurre ulteriormente i tassi d’interesse, potrebbero registrarsi delle plusvalenze su queste obbligazioni.
I benefici di una fase di bassa crescita
L’economia cinese sembra essere in transizione verso una fase di bassa crescita, per cui ci aspettiamo di vedere una crescita annuale inferiore al 5% nei prossimi anni. La nuova leadership del Paese, sotto la guida del Presidente Xi, sembra decisa a non affidarsi alla “soluzione rapida” del rilancio del mercato immobiliare per stimolare l’economia. Questa dovrebbe essere la politica più prudente da adottare, poiché la Cina è ancora alle prese con i problemi causati dall’eccessiva leva finanziaria del passato.
Negli ultimi cinque anni, i titoli di Stato cinesi si sono dimostrati un buon diversificatore contro la volatilità dei mercati globali. La politica della PBoC è più prevedibile perché ha controllo su vari aspetti dell’economia. La banca centrale ha inoltre l’abitudine di apportare piccoli ritocchi incrementali ai tassi d’interesse e alle condizioni di liquidità del credito, sulla base dei dati in arrivo, piuttosto che riservare grandi sorprese al mercato.
Per questo motivo, prevediamo una domanda di investimenti debole quest’anno, con le banche che faticano a trovare prestiti di buona qualità da erogare. Questo particolare contesto avvantaggia il credito high grade, in quanto gli istituti finanziari si orientano verso nomi più sicuri che offrono un extra rendimento senza assumere eccessivi rischi di insolvenza.
Un contesto di bassa inflazione
Dato che durante gli anni della pandemia non sono state erogati sussidi, la Cina è stata isolata dall’alta inflazione che si è verificata a livello globale. Il paese, inoltre, ha un eccesso di manodopera disponibile, con un tasso di disoccupazione giovanile pari al 20,4% ad aprile, e quindi non vi è motivo di aumentare i salari.
La debolezza della crescita economica fa sì che il governo possa tagliare i tassi nei prossimi mesi senza doversi preoccupare di far salire l’inflazione. Questa posizione unica, in cui altre grandi economie non si trovano più, avvantaggerebbe le obbligazioni cinesi onshore, poiché il valore delle obbligazioni aumenta quando i tassi d’interesse scendono.
Solidità dell’export
Nonostante le tensioni geopolitiche che hanno caratterizzato di recente le relazioni degli Stati Uniti e dell’Unione europea con la Cina, quest’ultima rimarrà un forte esportatore anche in futuro. E continuerà a essere un mercato importante per le società straniere. Il mondo non potrebbe sganciarsi dalla Cina senza innescare una depressione economica globale. Se Stati Uniti ed Unione Europea potessero sganciarsi economicamente dalla Cina, lo avrebbero già fatto.
Nonostante le numerose sanzioni commerciali applicate dagli Stati Uniti e dai suoi alleati contro le società cinesi, la bilancia commerciale cinese ha continuato a raggiungere nuovi massimi negli ultimi anni. La Cina è radicata in molte catene di fornitura globali perché, nel corso degli anni, ha stabilito vantaggi strutturali nella sua industria manifatturiera ed è quindi destinata a confermare questa posizione.
La bilancia dei pagamenti continua a sembrare favorevole per la Cina negli anni a venire, con un forte avanzo della bilancia commerciale e un rigoroso regime di controllo dei capitali, che assicurano un avanzo netto. Ciò dovrebbe sostenere la forza del renminbi nel lungo periodo. La recente debolezza valutaria potrebbe essere temporanea, poiché la Cina sta affrontando una serie di notizie negative.
La Cina resterà un attore globale
È probabile che le tensioni tra la Cina e gli altri Paesi si protraggano in futuro. La realtà di questo conflitto non è così legata a differenze ideologiche rispetto a quanto i media vogliano far credere. In realtà, la Cina non è autosufficiente in termini di energia o di microchip, né ha il controllo del sistema finanziario globale. Si tratta di punti critici che minacciano la propria sicurezza nazionale, e gli Stati Uniti e i loro alleati ne sono consapevoli.
La Cina deve assicurarsi le rotte marittime nel Mar Cinese Meridionale per garantire il proprio approvvigionamento energetico. Gli ingenti investimenti effettuati nell’industria dei semiconduttori non la libereranno, a breve termine, dalla necessità di importare chip. Un conflitto armato tra la Cina, gli Stati Uniti e i loro alleati è altamente improbabile. È probabile invece che questi Paesi cerchino di mettere in atto strategie che consentano loro di ottenere un vantaggio maggiore senza essere coinvolti in una distruzione reciprocamente assicurata in caso di guerra.