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(WSI) –
È sempre più diffuso tra i Paperoni
italiani lo strumento delle fiduciarie
per l’amministrazione del
patrimonio, con le banche popolari
protagoniste.
Dietro alla Sirefid di Intesa
Sanpaolo e Cordusio di UniCredit
si piazza Unione Fiduciaria
delle popolari con oltre 7 miliardi
di mezzi amministrati.
Dal rapporto
del ministero dello Sviluppo
economico, che verrà presentato
oggi all’assemblea annuale
di Assofiduciaria, emerge che
dal 2000 al 2005 la ricchezza amministrata
dalle fiduciarie è lievitata
a 63 miliardi di euro da
26,5.
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Un contributo importante è
arrivato dallo «scudo fiscale» del
settembre 2001, i cui termini sono
stati prorogati nel febbraio
dell’anno successivo. Nello stesso
quinquennio il rapporto del
ministero rileva un forte cambiamento
nel peso delle diverse attività
finanziarie amministrate fiduciariamente.
L’incidenza delle
azioni italiane quotate e non quotate
sul totale è sceso rispettivamente
all’8 e al 3%dal precedente
18% per le azioni italiane non
quotate e al 5%per quelle quotate.
Al contempo è aumentato il
peso della voce altri titoli e beni,
passata al 36% dal 28 per cento.
«All’interno di questa voce – sottolinea
Frabrizio Vedana di Unione
Fiduciaria – sono comprese gestione
patrimoniali intestate a fiduciarie
e polizze assicurative
estere.
Queste ultime hanno avuto
un boom negli ultimi anni, grazie
ai vantaggi derivanti dalla legislazione:
1) insequestrabilità e
impignorabilità; 2) non assoggettabilità
all’imposta di successione;
3) fiduciaria funge da sostituto
d’imposta e quindi la polizza
non rientra nella dichiarazione
dei redditi. A livello geografico
le masse fiduciarie sono concentrate
in Lombardia, con il 71,9%
del totale, dove hanno sede o
operano le fiduciarie più grosse,
seguita da Lazio con l’11% e Piemonte
con il 10,2 per cento.
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