Società

Agli italiani piace mangiare? Sì, ce lo dicono i numeri

Questa notizia è stata scritta più di un anno fa old news

Viaggiare per mangiare è la nuova tendenza tutta italiana. Sono infatti circa 9,6 milioni gli italiani che quest’anno hanno compiuto almeno un viaggio con principale motivazione legata all’enogastronomia secondo la sesta edizione del “Rapporto Sul Turismo Enogastronomico Italiano”, curata da Roberta Garibaldi con il supporto di Unicredit, Visit Emilia, Valdichiana Living e Smartbox, il patrocinio di Cultura Italiae, Federturismo, Fondazione Qualivita, ISMEA Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare, Iter Vitis Les Chemins de la vigne en Europe e Touring Club Italiano, e la collaborazione di TheFork e Tripadvisor.

E l’Italia è di certo il Paese migliore al mondo per i viaggi di gusto: l’incredibile varietà all’interno delle stesse cucine regionali e un numero record di prodotti tipici tutelati (oltre 300 tra Dop, Igp e Stg, cifra che non ha uguali in Europa e nel mondo) rendono infinite le occasioni per assaggiare qualcosa di nuovo.

Detto in altri termini, il 58% dei viaggiatori italiani, un valore superiore di 37 punti percentuali rispetto al 2016, nel 2023 non è andato in cerca solo di un’esperienza, ma anche dell’asset italiano più famoso in tutto il mondo: il cibo. Prodotti tipici da assaporare al momento e una volta tornati a casa. Culatello o una bottiglia pregiata di vino o di olio evo sono infatti i migliori (e i più graditi) souvenir.

Anche se, espandendo il campo visivo, è possibile osservare un interesse generale per le esperienze a tema cibo, vino e birra: 7 viaggiatori su 10 ne hanno svolto almeno cinque nel corso dei viaggi più recenti (+25% sul 2021). Un dato in linea con quanto emerge dallo studio della European Travel Commission, secondo cui le proposte a tema cibo, vino, birra sono le più ricercate dai viaggiatori del Vecchio Continente nei viaggi della prossima estate insieme a quelle legate ai paesaggi naturali dove spesso sono vissute (il 17,3% e il 17,8%, in termini assoluti circa 21,2 e 21,8 milioni di turisti hanno intenzione di viverle quest’estate). E saranno il 4,5%, ossia circa 5,5 milioni gli europei che hanno dichiarato di voler fare un viaggio con motivazione primaria enogastronomia.

Nonostante l’inflazione persistentemente elevata stia mordendo i risparmi degli italiani e li stia costringendo a rinunciare a vezzi superflui e a ridurre i consumi, circa 1 turista italiano su 3 dichiara di avere un budget superiore al 2022 da dedicare all’acquisto delle proposte enogastronomiche.

“L’alto interesse dei turisti, l’offerta eccellente del nostro Paese, la crescita attesa per il turismo dei prossimi anni ci regala un incredibile tris di assi per il prossimo futuro. È importante preservare e valorizzare il patrimonio culinario italiano, i paesaggi, le piccole botteghe e gli artigiani del gusto, per garantire una crescita nel lungo periodo costante, armoniosa ed equilibrata nel rapporto tra mete più rinomate e le meno note aree interne. Il turismo enogastronomico riduce l’overtourism e gli squilibri, contribuisce a mantenere le attività tradizionali nei piccoli borghi e nelle zone rurali, porta entrate aggiuntive ai produttori stimolandoli a tutelare attivamente il paesaggio, che è tra le principali leve di scelta del turista”, ha affermato Roberta Garibaldi, introducendo le 4 principali tendenze emerse dal Rapporto 2023: varietà, facilità di acquisto, turismo green e socialmente responsabile e longevity, dove il viaggio enogastronomico diventa occasione per dedicarsi al proprio benessere e imparare a adottare stili di vita più salutari.

Il patrimonio enogastronomico nazionale è ricco ovunque lungo lo Stivale, ma quali sono le mete più gettonate per mangiare viaggiando? Sicilia, Emilia-Romagna e Campania sono per gli italiani le migliori regioni dal punto di vista enogastronomico, Napoli, Bologna e Roma tra le città. Gli italiani sono oggi i primi viaggiatori enogastronomici del Paese e il fatto che non conoscano ancora molte delle tipicità regionali rappresenta un’opportunità per valorizzare le aree rurali ed un’occasione per far crescere il turismo interno. Dalle Langhe alle colline senesi, dal Parmense all’Alta murgia in Puglia, la strada è già spianata per viaggiare, mangiare e bere prodotti made in Italy.