Economia

Berlusconi: le partecipazioni di Fininvest e il futuro delle società quotate

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Il giorno dopo la scomparsa di Silvio Berlusconi, deceduto ieri all’età di 86 anni all’ospedale San Raffaele di Milano, in molti si interrogano sul futuro delle società da lui fondate e nelle quali il Gruppo Fininvest detiene partecipazioni. Vediamo quali sono le principali aziende riconducibili alla famiglia Berlusconi e i possibili scenari per le più importanti, in particolare quelle quotate a Piazza Affari.

Il gruppo Fininvest

Nel corso della sua vita e della sua carriera di uomo d’affari, Berlusconi ha costruito un vero e proprio impero, che spazia dai media all’edilizia, dalla finanza al cinema, passando per lo sport.

Il gruppo Fininvest, da lui fondato, figura tra le maggiori realtà imprenditoriali italiane, con un fatturato delle società controllate e partecipate di oltre 5 miliardi di euro e circa 20 mila dipendenti.

L’azionariato di Fininvest è composto da sette holding, di cui quattro riconducibili a Silvio Berlusconi per una quota complessiva del 61,21% e le altre tre ai figli: Marina e Piersilvio con il 7,65% rispettivamente nelle holding IV e V; Barbara, Luigi ed Eleonora con una quota complessiva del 21,42% nella holding XIV.

Le partecipazioni di Berlusconi nelle società quotate

Nel portafoglio di attività del gruppo Fininvest spiccano le partecipazioni nelle tre società quotate MFE, Mondadori e Banca Mediolanum, rispettivamente con il 47,9%, il 53,3% e il 30% del capitale di ciascuna.

MFE è attiva in Italia attraverso la holding Mediaset e in Spagna con Mediaset España. Detiene anche il 40% di 2i Towers (a cui fa capo Ei Towers) e il 29,9% del gruppo media tedesco Prosieben.

Mondadori è uno dei maggiori editori di libri e magazine in Italia, con oltre 600 punti vendita, a cui si aggiunge l’e-commerce. Banca Mediolanum è uno dei principali player del mercato finanziario italiano, con più di un milione di clienti.

Le performance a Piazza Affari

I titoli hanno tenuto bene in borsa nella seduta precedente. La scomparsa del Cavaliere, infatti, alimenta le speculazioni su possibili movimenti nell’azionariato o operazioni di M&A, aumentando l’appetibilità di alcune società.

Le azioni Mfe-Mediaset di classe A hanno chiuso in rialzo del 5,86% a 0,5 euro e quelle di classe B hanno guadagnano il 2,32% a 0,705 euro. Rialzi che proseguono nella seduta odierna, con le prime in progresso ancora del 5,2% a 0,526 euro e le seconde in aumento del 3,3% a 0,727 euro.

Performance più modeste, ieri, per Mondadori (+1,54% a 1,98 euro) e per Banca Mediolanum (+0,39% a 8,22 euro), che oggi viaggiano rispettivamente in rialzo dell’1,2% a 2,0 euro e dello 0,1% a 8,23 euro.

I possibili scenari secondo gli analisti

In un comunicato diffuso ieri, Fininvest ha assicurato che tutte le attività “proseguiranno in una linea di assoluta continuità sotto ogni aspetto”.

L’aspetto più importante sottolineato dagli analisti è che gran parte del futuro delle aziende dipenderà dalle volontà espresse da Silvio Berlusconi nel suo testamento; in base alla legge, infatti, il testatore può allocare liberamente un terzo della propria eredità.

Per quanto riguarda Mondadori, Marina Berlusconi, primogenita dell’ex premier, ricopre il ruolo di Presidente e secondo gli esperti di Intesa Sanpaolo è candidata a ricevere una quota maggioritaria. Alla luce di questo scenario, ogni opzione rimarrebbe sul tavolo, compreso un delisting della società da Piazza affari, visti anche i multipli a sconto rispetto ai peers quotati.

La partita su MFE

Più complesso lo scenario di MFE. In uno scenario di consolidamento del settore a livello europeo, secondo Intesa Sanpaolo il Gruppo potrebbe diventare “una preda piuttosto che un predatore”. Assumendo che la quota di Silvio Berlusconi in Fininvest (pari a oltre il 61%) venga distribuita in maniera egualitaria fra i cinque figli, è possibile che Barbara, Eleonora e Luigi (gli ultimi tre, non coinvolti nella gestione di Mediaset) possano favorire un’aggregazione, preferendo una partecipazione di minoranza in un gruppo più grande.

Da valutare anche la posizione di Vivendi, secondo azionista di MFE con il 19,8% delle azioni ed il 23,6% dei diritti di voto, che secondo fonti di stampa riportate da Equita Sim potrebbe chiedere un peso maggiore in cambio di un ridimensionamento delle pretese sulle offerte per la rete di Tim. Sempre secondo la sim milanese, è possibile anche un’accelerazione sul dossier Rai Way – Ei Towers.

La view su Banca Mediolanum

Infine, per quanto riguarda Banca Mediolanum, gli analisti evidenziano come la scomparsa di Silvio Berlusconi faccia venir meno i presupposti dell’opposizione da parte della Bce ad una partecipazione di Fininvest nella banca superiore al 9,99%. Tale contrasto, infatti, era legato alla figura dell’ex premier e non alla società. Pertanto, specifica Equita, “la necessità di un’eventuale cessione del 20% viene meno”.

Inoltre, Massimo Doris, CEO di Banca Mediolanum, ha sottolineato che Berlusconi non ha mai interferito nelle questioni manageriali, aggiungendo di non ritenere che la quota di Fininvest nell’istituto possa essere dismessa.

Le altre partecipazioni di Fininvest

Fra gli altri asset di Fininvest figura Teatro Manzoni (100%), preservato da Silvio Berlusconi a partire dal 1978, quando la preziosa sala rischiava di essere trasformata in un supermercato.

Ulteriori partecipazioni riguardano Fininvest Gestione Servizi, Fininvest Real Estate & Services, Finisvim, Fininvest sviluppi immobiliari, Edilizia Alta Italia, Immobiliare Leonardo, Alba Servizi Aerotrasporti, Diac Solaf e ISIM, oltre ovviamente all’Associazione Calcio Monza. La quota del 2% in Mediobanca, invece, è stata venduta circa due anni fa.

Gran parte del patrimonio immobiliare del Cavaliere fa capo alla società Dolcedrago, di proprietà esclusiva di Silvio Berlusconi.

I successi di Berlusconi con le società calcistiche: Milan e Monza

Storico l’impegno di Silvio Berlusconi nel mondo del calcio, prima con il Milan e recentemente con il Monza.

In 31 anni di presidenza dei rossoneri, il Cavaliere ha raccolto 29 trofei, diventando il più vincente nella storia del pallone italiano. Le sue intuizioni e i suoi investimenti hanno dato vita all’epopea del Milan di Sacchi prima e di Capello poi. I successi non sono mancati nemmeno negli anni successivi, soprattutto nella gestione Ancelotti, prima della cessione nel 2017 alla cordata cinese di Yonghong Li. La vendita è stata finalizzata per 740 milioni di euro, inclusi 220 milioni di debito, maggior operazione di sempre di questo tipo per un club italiano.

Dal 2018, poi, la nuova avventura con la Società Sportiva Monza 1912, ancora una volta affiancato dall’amico fidato Adriano Galliani. Un’altra esperienza vincente, dapprima con il ritorno in B dopo 20 anni e successivamente con la prima, storica promozione in Serie A, seguita dalla agevole salvezza di quest’ultima stagione.