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EURO FORMATO SUPERDOLLARO

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(WSI) –
L’euro a 1,37 con il dollaro è un super euro. Quando il dollaro raggiunse l’uno a uno con l’euro, sconvolgendo la quotazione di partenza collocata tra 1,10 e 1,20 euro per dollaro, si parlò a ragione di superdollaro, assunto a simbolo della forza economica degli Usa e del successo della politica fiscale di Bush, che aveva generato la crescita del pil americano a ritmi del tre per cento annuo, mentre noi in Europa, pur con l’euro basso, facevamo fatica a crescere.

Di certo, l’euro alto dimostra che l’economia europea si è risvegliata. Le esportazioni tirano nonostante l’euro e la crescita europea attira capitali dall’estero rafforzando la moneta. Ma l’analogia finisce qui. Infatti il modello economico americano è diverso da quello europeo. Cresce meglio e ha più occupazione. Inoltre, l’economia europea non può rischiare la deindustrializzazione nei settori economici intermedi che ha luogo negli Usa, perché non può controbilanciarla con uno sviluppo delle alte tecnologie e dei servizi immateriali (brevetti, marchi, servizi finanziari e organizzativi) paragonabile al modello americano.

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E l’agricoltura europea di massa con l’euro alto non può esportare a differenza di quella Usa. La finanza americana, come quella inglese, è globalizzata, l’europea meno. D’altra parte gli Usa hanno una economia flessibile, può passare dal super dollaro al dollaro debole con rapidità. L’Europa ha una economia socialdemocratica o gaullista e banche di modello renano. Fin che rimane così non si può permettere un supereuro in formato superdollaro.

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