L’andamento del settore dei mutui e dei prestiti sta subendo una significativa trasformazione negli ultimi mesi. Secondo gli ultimi dati pubblicati da Bankitalia riguardo all’andamento del credito, si osserva un aumento dei tassi sui mutui e un rallentamento nei finanziamenti. Questa tendenza sembra essere alimentata dalla Banca Centrale Europea (Bce), che sta adottando una politica restrittiva sui tassi di interesse. Tale situazione potrebbe avere ripercussioni significative sia per le famiglie che per le imprese.
Gli interessi sui mutui
Secondo le statistiche di Bankitalia, a partire dal mese di aprile i tassi di interesse sui mutui per l’acquisto di abitazioni, inclusi gli oneri accessori, si sono posizionati al 4,52%, rispetto al 4,36% di marzo. Questo aumento dei tassi di interesse è motivo di preoccupazione per l’Unione Nazionale dei Consumatori, che evidenzia come essi siano più che raddoppiati rispetto ad aprile 2022, quando si attestavano al 2,15%. Se confrontati con i dati di due anni fa, quando i tassi erano all’1,74%, il loro aumento risulta del 160%.
Per comprendere appieno le conseguenze di questo incremento, l’UNC ha effettuato un calcolo basato sull’importo medio e la durata di un mutuo. Secondo i loro calcoli, per coloro che hanno sottoscritto un mutuo a tasso variabile, la rata mensile è aumentata da 595 a 768 euro rispetto all’anno precedente, con un incremento di 173 euro al mese, che si traduce in un aggravio annuale di 2.076 euro.
E i prestiti?
Ma non sono solo i mutui a subire quest’incremento dei tassi di interesse. Secondo i dati di Bankitalia, il tasso annuo effettivo globale (Taeg) sui nuovi prestiti al consumo è salito al 10,29% ad aprile, rispetto al 10,12% del mese precedente. Allo stesso tempo, i tassi di interesse sui nuovi prestiti alle società non finanziarie sono passati dal 4,30% al 4,52% nello stesso periodo. Questa situazione potrebbe avere un impatto negativo sull’accesso al credito per le famiglie e le imprese, poiché l’onere finanziario associato ai prestiti risulta maggiormente gravoso.
I dati relativi ai finanziamenti al settore privato mostrano un quadro misto. Nel complesso, ad aprile si è registrata una diminuzione dello 0,5% dei prestiti rispetto all’anno precedente, rispetto a una crescita dello 0,3% nel mese precedente. Analizzando i settori in dettaglio, si osserva un aumento dell’1,4% dei prestiti alle famiglie, rispetto all’1,9% del mese precedente, mentre i prestiti alle società non finanziarie sono diminuiti dell’1,9%, rispetto al -1,1% registrato in precedenza. Questi dati, basati sulla metodologia armonizzata concordata nel contesto del Sistema Europeo delle Banche Centrali (Sebc), evidenziano una contrazione nel flusso di credito verso le imprese.
Parallelamente a queste tendenze, si osserva una diminuzione dei depositi del settore privato del 3,4% rispetto all’anno precedente, mentre la raccolta obbligazionaria è aumentata del 9,4%. Questi dati indicano una potenziale riduzione della liquidità disponibile per le famiglie e le imprese, che potrebbe comportare una maggiore difficoltà nell’ottenere finanziamenti o nell’affrontare spese impreviste.
In conclusione, l’aumento dei tassi di interesse sui mutui e il rallentamento dei finanziamenti rappresentano una sfida per le famiglie e le imprese. Le famiglie si trovano a dover far fronte a rate mensili più elevate, mentre le imprese potrebbero avere difficoltà nell’ottenere il credito necessario per sostenere la crescita e l’espansione. È importante monitorare attentamente l’evoluzione di questa situazione e valutare le possibili soluzioni per mitigare gli effetti negativi, al fine di garantire un accesso al credito equo e sostenibile per tutti.