La Fed ha deciso di tenere fermi i tassi di interesse al 5-5,25%, come ampiamente anticipato dai mercati. Sostanzialmente sono state confermate le attese della maggior parte degli analisti. La Fed ha preso questa decisione perché gli indicatori hanno suggerito che l’attività economica ha continuato a espandersi a un ritmo modesto. Negli ultimi mesi i posti di lavoro sono aumentati ed il tasso di disoccupazione è rimasto basso. L’inflazione rimane elevata.
Il sistema bancario statunitense è solido e resiliente. È probabile che condizioni di credito più restrittive per famiglie e imprese pesino sull’attività economica, sulle assunzioni e sull’inflazione. La portata di questi effetti rimane incerta. La Federal Reserve rimane molto attenta ai rischi legati all’inflazione.
Il comunicato della Fed
Nel comunicato appena diffuso, la Fed ha spiegato di aver cercato di raggiungere la massima occupazione e inflazione al tasso del 2% nel lungo periodo. A sostegno di questi obiettivi, la Federal Reserve ha deciso di mantenere l’intervallo obiettivo per il tasso sui fondi federali tra il 5 e il 5-1/4%. Il mantenimento costante della fascia obiettivo in questa riunione consente alla Fed di valutare quanto possa accadere in futuro e le relative implicazioni per la politica monetaria. Nel determinare l’entità di un ulteriore rafforzamento della politica monetaria che potrebbe essere appropriato per riportare l’inflazione al 2% nel tempo, la Fed terrà conto dell’inasprimento cumulativo della politica monetaria, dei ritardi con cui la politica monetaria influisce sull’attività economica e sull’inflazione, e della politica economica e finanziaria sviluppi. Inoltre, la Federal Reserve continuerà a ridurre le sue partecipazioni in titoli del Tesoro e titoli di debito di agenzie e titoli garantiti da ipoteca di agenzie, come descritto nei suoi piani precedentemente annunciati. Il Comitato è fortemente impegnato a riportare l’inflazione al suo obiettivo del 2%.
Nel valutare l’orientamento appropriato della politica monetaria, la Fed continuerà a monitorare le implicazioni delle informazioni in arrivo per le prospettive economiche. La Federal Reserve sarebbe disposta a modificare opportunamente l’orientamento della politica monetaria qualora emergano rischi che potrebbero ostacolare il conseguimento degli obiettivi prefissati. Le valutazioni del Comitato terranno conto di un’ampia gamma di informazioni, comprese le letture sulle condizioni del mercato del lavoro, le pressioni inflazionistiche e le aspettative di inflazione, nonché gli sviluppi finanziari e internazionali.
Cosa si aspettavano gli analisti
Molti analisti si aspettavano una pausa. Filippo Diodovich – Senior Market Strategist di IG Italia, aveva pronosticato che la pausa potesse essere decisa nel meeting per monitorare gli effetti delle politiche monetarie restrittive sull’economia reale statunitense. Filippo Diodovich ritiene che sia molto probabile che nel mese di luglio la Fed possa tornare a rialzare i tassi in caso le pressioni inflazionistiche non dovessero continuare a scendere, come hanno già preannunciato molti esponenti del FOMC.
Sulla stessa lunghezza d’onda c’era anche Carmignac, che ha previsto che una sospensione del ciclo dei rialzi dei tassi nel meeting di giugno. Il motivo di questa decisione sarebbe stato a causa “dei lunghi e variabili lag tre le decisioni di politica monetaria e i loro esiti ci aspettiamo che la Fed adotti un approccio attendista“.
Anche il team strategie di credito globale di Algebris Investments, riteneva probabile che la Fed mantenesse i tassi in pausa questa settimana. Secondo Kevin Thozet, membro del Comitato Investimenti di Carmignac, in un certo senso sembra che la Fed sia riuscita a dissipare le aspettative di un taglio dei tassi per il resto dell’anno. Questo non significa, però, che il lavoro dei policymaker sia completamente finito.