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Chiarezza e formazione per evitare il greenwashing

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di Sandra Riccio

L’attenzione per il tema del greenwashing sta diventando sempre più centrale. Gli investitori mostrano di apprezzare le tematiche Esg e le sottoscrizioni di questo tipo di strumenti, che sono in forte crescita, ne sono la conferma. Per questa ragione diventa importante monitorare con attenzione gli obiettivi su ambiente, sociale e governance dei fondi e prodotti targati Esg.

Regolatori al lavoro

Le autorità di regolamentazione di tutto il pianeta stanno già lavorando in questa direzione. Per fare qualche esempio, negli Usa, la Sec ha annunciato nel 2022 l’intenzione di dare un giro di vite alle dichiarazioni ingannevoli sugli investimenti Esg. Questo passo include nuovi requisiti di divulgazione per i fondi che sono etichettati come “Esg”, “sostenibili” o “a basse emissioni di carbonio”. L’obiettivo è di consentire maggiore trasparenza su come l’Esg è incorporato nelle pratiche di investimento. Anche in Europa, le autorità competenti sono vigili: nell’agosto 2022, l’Autorità europea per i mercati (Esma) ha annunciato più controlli e il via libera a un nuovo benchmark Esg per scoraggiare il greenwashing finanziario. Misure analoghe sono state prese a Singapore e dall’Australian Securities and Investment Commission che ha indicato il greenwashing dei prodotti finanziari come una priorità chiave da combattere.

Si tratta di decisioni che non sono prive di conseguenze per le società finanziarie. «Il controllo normativo è sicuramente destinato a crescere ancora di più nei prossimi anni stanno facendo aumentare anche le tipologie di rischio associate al greenwashing – spiega Paolo Gianturco, Business Operations and Fintech leader di Deloitte Consulting -. L’elenco è lungo: si va dai rischi normativi e di compliance, a quelli operativi, fino ad arrivare a rischi di reputazione». Per l’esperto è dunque importante che le istituzioni finanziarie intraprendano subito azioni proattive per evitare tali accuse e per prepararsi a potenziali normative che saranno varate in futuro.

Va però anche riconosciuto che il greenwashing non è sempre intenzionale. «Può verificarsi come risultato di un disallineamento nel marketing, di una comunicazione interna errata, della mancanza di competenze specifiche in materia di Esg, processi e controlli inadeguati, e così via» sottolinea Gianturco.

Cosa fare per evitare il greenwashing

Le società di gestione possono fare molto per evitare spiacevoli accuse. I meccanismi e le iniziative necessarie per combattere il greenwashing variano però da azienda ad azienda. Occorre analizzare anche i diversi passaggi che riguardano il lancio sul mercato di uno strumento d’investimento. L’esperto spiega che lungo il percorso potrebbero annidarsi rischi. E’ il caso per esempio della fase di «Sviluppo del prodotto». «Le società che emettono prodotti finanziari verdi, come i fondi Esg, devono assicurarsi che sia in atto un’adeguata gestione dei processi e dei controlli, fin dalla fase iniziale di sviluppo» dice Gianturco. Ad esempio, si possono prevedere requisiti chiaramente definiti per lo sviluppo di prodotti verdi (ad esempio, almeno l’80% di tutte le attività di un fondo deve essere orientato e sottoposto a screening Esg prima di poter essere etichettato come tale). Riguardo alla fase di «Etichettatura e vendita dei prodotti» le società possono ridurre ulteriormente il rischio di greenwashing facendo leva sulle risorse esistenti e sugli standard globali per garantire che tutte le definizioni, le etichette o le affermazioni fatte siano chiaramente comprese da tutti gli stakeholder.

«Diverse autorità di regolamentazione e organizzazioni in tutto il mondo hanno sviluppato tassonomie Esg per i mercati dei capitali che possono essere sfruttate per garantire chiarezza, coerenza e trasparenza nell’etichettatura e nella vendita di prodotti finanziari verdi» spiega Gianturco che poi aggiunge: «Poiché è probabile che più team siano coinvolti nello sviluppo e nella vendita di questi prodotti, si raccomandano anche linee guida e requisiti di comunicazione chiari». C’è infine un’ulteriore punto che è quello della formazione. Il panorama Esg è dinamico e in evoluzione. «Questo aspetto, unito al crescente controllo normativo, aumenta il rischio di greenwashing. È quindi importante garantire una formazione regolare dei team interessati per assicurare l’allineamento con le aspettative e i requisiti del momento» conclude Gianturco.

L’articolo integrale è stato pubblicato sul numero di giugno 2023 del magazine di Wall Street Italia