Economia

La Svizzera alza le tasse per le multinazionali. Ecco cosa succede nel resto d’Europa

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A seguito di un referendum – con il 78,5% dei voti – la Svizzera ha approvato l’introduzione di una tassa pari al 15% per le grandi imprese multinazionali. Nella maggior parte dei casi queste grandi aziende operano spesso attraverso dei paradisi fiscali o, nel caso della Svizzera, pagano le tasse al di fuori dei confini elvetici.

Grazie a questa modifica costituzionale è stata introdotta una tassazione minima pari al 15% sulle grandi aziende, che sono operative a livello internazionale, così come prevedono le linee guida che sono state stabilite dall’Ocse e dal G20. La tassazione al 15% verrà imposta alle multinazionali con un fatturato annuo che superi almeno i 750 milioni di euro. Tra i nomi più importanti che verranno colpiti ci sono Amazon e Google.

La Svizzera introduce una tassa sulle multinazionali

A seguito di un referendum la Svizzera ha introdotto una tassa minima globale sulle imprese e una legge sul clima, il cui scopo è quello di andare a ridurre l’uso dei combustibili fossili e tentare di raggiungere le emissioni zero entro il 2050.

Il referendum ha dato un risultato molto chiaro ed inequivocabile. Il 79% dei votanti ha dato il proprio appoggio all’innalzamento delle imposte sulle imprese in Svizzera al 15%, rispetto all’attuale media minima che è pari all’11%. Il 59% dei votanti si è dichiarato favorevole alla legge sul clima.

La Svizzera, nel corso del 2021, si è unita ai quasi 140 paesi che hanno firmato un accordo con l’Ocse – l’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico – attraverso il quale è stato decido di fissare un’aliquota fiscale minima per le grandi imprese. L’intento di questa iniziativa è quello di limitare la prassi messa in atto da molte aziende di trasferire i profitti nei Paesi con una tassazione più bassa. A seguito di questo aumento, la Svizzera continuerà ad avere uno dei livelli di imposte alle società più basse in Europa. Con questa operazione si stima che nelle casse dell’erario elvetico possano arrivare qualcosa come 2,5 miliardi di franchi svizzeri ogni anno di entrate aggiuntive.

Le multinazionali nel resto dell’Europa

Anche l’Unione europea si accinge ad adottare una tassazione come quella approvata in Svizzera. Dal 2024, infatti, le multinazionali nell’Ue con un fatturato superiore a 750 milioni di euro dovranno iniziare a versare un’aliquota minima effettiva pari al 15%. In altre parole, le aziende interessate dovranno dire addio ai paradisi fiscali. Per l’Italia, grazie a questa nuova aliquota, potrebbero arrivare qualcosa come 3 miliardi di euro di gettito in più ogni anno. Si arriva a quota 70 miliardi di euro prendendo in considerazione tutti i 27 paesi dell’Unione europea.

A livello europeo, quindi, è saltato il veto che era stato posto inizialmente dall’Ungheria, che ostacolava l’aliquota minima che era stata stabilita all’interno della riforma Ocse del fisco internazionale. Entro la fine del 2023 la direttiva sull’aliquota minima dovrà essere recepita dagli stati membri: prima, però, dovrà essere formalmente adottata con procedura scritta dal Consiglio.

Quanto pagano di tasse le altre imprese

Senza dubbio le imprese italiane risultano essere le più tartassate a livello europeo. Ad affermarlo è direttamente l’ufficio studi della Cgia di Mestre, che ha effettuato un confronto con i principali paesi dell’Unione europea. La percentuale del gettito fiscale che è riconducibile direttamente alle aziende italiane sul totale nazionale è nettamente superiore rispetto a quella della Germania, della Francia e della Spagna.

Secondo la Cgia “se nel 2020 da noi ha raggiunto il 13,5 per cento (garantendo un gettito di 94,3 miliardi di euro) in Germania era al 10,7 per cento (144, 8 miliardi di imposte versate), in Francia al 10,3 per cento (108,4 miliardi versati) e in Spagna al 10,1 per cento (41,7 miliardi di gettito). Rispetto alla media europea scontiamo oltre 2 punti percentuali in più”.

L’analisi della Cgia prosegue e mette in evidenza alcune spiacevoli realtà per quanto riguarda le aliquote che riguardano il reddito imponibile delle imprese. Stando ai dati in possesso della Cgia, se “in Italia si attesta al 27,9%, tra i nostri principali competitor scorgiamo che in Francia è al 25,8% e in Spagna al 25£. Tra i big solo la Germania, pari al 29,8%, sconta un livello superiore al nostro. Rispetto alla media europea, in Italia l’aliquota è superiore di ben 6,7 punti. Nel 2022, la pressione fiscale in Italia, data dal rapporto tra le entrate fiscali e il Pil ha raggiunto il 43,5%; un livello mai toccato in precedenza”.