Riflettori puntati sul panel tra i presidenti delle principali banche centrali al forum di Sintra, a cui hanno preso parte Christine Lagarde (Bce), Jerome Powell (Fed, Andrew Bailey (Bank of England) e Kazuo Ueda (Bank of Japan) per discutere di politica monetaria e di economia.
- Le prospettive di politica monetaria
- Lagarde (Bce) ribadisce rialzo di 25 bp a luglio e approccio data-dependent
- Bailey (BoE): “Dati ci hanno indotto ad alzare i tassi di 50 bp”
- Powell (Fed): “Possibili altri due rialzi consecutivi”
- Ueda (BoJ): “Inflazione ancora bassa per cambiare politica monetaria”
Le prospettive di politica monetaria
Ieri la presidente della Bce ha confermato un nuovo aumento dei tassi di interesse nella prossima riunione, in programma il 27 luglio.
Gli operatori sono alla ricerca di segnali sulle prossime mosse delle banche centrali dopo gli ultimi dati macro in chiaroscuro. Gli indici Pmi manifatturieri diffusi settimana scorsa hanno rivelato un parziale rallentamento dell’attività economica a livello globale, ma gli ultimi dati americani hanno evidenziato un’inversione di tendenza nel settore immobiliare. Sarà dunque utile un aggiornamento sull’outlook economico da parte dei banchieri, anche per valutare le possibilità concrete di recessione in un contesto di tassi sempre più elevati.
La Fed si avvia a concludere il ciclo restrittivo, ma ha lasciato aperta la porta ad un altro incremento del costo del denaro dopo la pausa di giugno.
La Boe dovrebbe ancora alzare i tassi in misura considerevole, anche fino al 6%, per raffreddare l’inflazione ostinatamente elevata.
La BoJ, invece, ha appena confermato la politica monetaria accomodante, anche se i funzionari guardano con preoccupazione alla debolezza dello yen.
Lagarde (Bce) ribadisce rialzo di 25 bp a luglio e approccio data-dependent
Christine Lagarde ha ribadito sostanzialmente quanto detto nelle precedenti occasioni. In particolare, ha sottolineato le persistenti preoccupazioni per la crescita dei prezzi ancora molto elevata, che rappresenta un pericolo per l’eurosistema.
“Abbiamo alzato i tassi di 400 bp ma abbiamo ancora spazio per alzare ulteriormente il costo del denaro“, ha confermato la presidente.
Invariato anche l’approccio “data dependent”; Lagarde ha affermato che ogni decisione verrà definita “meeting by meeting” e in ogni riunione verrà stabilito se e di quanto alzare i tassi sulla base dei dati disponibili.
A luglio il costo del denaro salirà di 25 punti base, dopodiché si prenderanno decisioni in base ai dati che verranno pubblicati di volta in volta.
Bailey (BoE): “Dati ci hanno indotto ad alzare i tassi di 50 bp”
“L’inflazione nel Regno Unito è molto più resiliente che in Europa e negli Usa e questo ci sta arrecando sofferenze oltre a frenare la nostra crescita”, ha affermato Andrew Bailey della Bank of England.
“Dobbiamo basarci sui dati che arrivano di mese in mese e di trimestre in trimestre per capire quali mosse adottare e come risolvere i problemi; i dati disponibili ci hanno indotto a reagire con un rialzo dei tassi di 50 punti base nell’ultima riunione“.
Il governatore dell’istituto britannico ha mostrato comprensione rispetto alle critiche, poiché “la situazione dei cittadini è difficile”, ma ha ribadito che “il nostro lavoro è far tornare inflazione al target del 2%”.
Powell (Fed): “Possibili altri due rialzi consecutivi”
“Abbiamo alzato i tassi di circa 500 punti base, abbiamo percorso una strada molto lunga e ottenuto parziali risultati, ma abbiamo preferito prenderci una pausa per ponderare gli impatti di quanto fatto finora dalla politica monetaria“. Così si è espresso Jerome Powell, presidente della Fed, rispetto alla “pausa hawkish” decretata nell’ultima riunione di giugno.
“Il mercato del lavoro è forte e ci permette di agire in questo modo; è il fattore che sta trainando l’economia statunitense. Anche la crescita del Pil è superiore alle attese, nonostante la politica monetaria restrittiva. Le nostre stime indicano che ci possiamo permettere almeno altri due rialzi dei tassi e continueremo per quanto necessario“, ha aggiunto il chairman.
Rispondendo a una domanda, Powell ha chiarito che “nessuna decisione è stata presa” per quanto riguarda la riunione di luglio. Tuttavia, non ha escluso a priori eventuali rialzi consecutivi dei tassi.
Inoltre, il presidente ha dichiarato che “l’inflazione core tornerà al 2% nel 2025”, pertanto “siamo molto lontani” dal pensare a tagli dei tassi.
Infine, per Powell una recessione non è lo scenario più probabile, poiché l’economia resta abbastanza resiliente.
Ueda (BoJ): “Inflazione ancora bassa per cambiare politica monetaria”
Per quanto riguarda la BOJ, Ueda ha giustificato il mantenimento della politica monetaria accomodante con il fatto che “l’inflazione sottostante è inferiore al 2%. Il presidente afferma che gli aumenti salariali in Giappone – un importante fattore determinante dell’inflazione di fondo – si aggirano intorno al 2%, ma l’inflazione salariale coerente con un aumento del 2% dei prezzi al consumo deve essere ben al di sopra di tale soglia.
La BOJ prevede che l’inflazione scenda per un po’ verso la fine del 2023 per poi risalire nel 2024. Qualora l’istituto diventasse “ragionevolmente sicuro” che questo accada, potrebbe inasprire la politica monetaria.
Con riferimento alla debolezza dello yen, Ueda afferma che la valuta è influenzata da “molti fattori”, comprese le azioni delle altre banche centrali.
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