I cedolini delle pensioni del mese di luglio contengono una serie di errori. Sicuramente quello più vistoso è relativo alla quattordicesima, che viene indicata come un “Aumento delle pensioni basse 2023”, il quale è, invece, l’incremento che è stato deciso dal governo guidato da Giorgia Meloni attraverso l’ultima Legge di Bilancio.
A puntare il dito contro questo grossolano errore nella compilazione dei cedolini delle pensioni è Tania Scacchetti, segretaria dello Spi Cgil, che ha sottolineato come questo errore possa creare molta confusione tra le persone che hanno tra le mani il cedolino di luglio.
Pensioni, il cedolino sbagliato
Il cedolino della pensione di luglio, purtroppo, ha al suo interno un grave errore. Quello più visto è relativo alla quattordicesima, che viene definita come “Aumento delle pensioni basse 2023”. Questo grave errore, purtroppo, genera molta confusione tra i pensionati. Ma soprattutto risulta essere un errore particolarmente grave, che non ha alcuna ragione di esistere.
Tania Scacchetti spiega che andando a scrivere “Aumento delle pensioni basse 2023“, chi ha ricevuto il cedolino ritiene che sia una misura decisa adesso: il rischio è quello di far credere ai diretti interessati che quella della quattordicesima sia una cifra destinata ad arrivare tutti i mesi. Invece, dato che è la quattordicesima mensilità, viene ricevuta una sola volta.
È necessario sottolineare che l’importo ricevuto con la pensione di luglio – che costituisce la quattordicesima – ha un importo superiore rispetto agli altri aumenti, che sono costituiti da pochi euro, anche se proprio a luglio i pensionati dovrebbero riuscire a recuperare gli arretrati da inizio anno. La Scacchetti ritiene che l’Inps debba provvedere a correggere l’errore, magari anche attraverso un comunicato con il quale effettuare i chiarimenti necessari.
L’errore commesso dall’Inps ha fatto scattare le immancabili polemiche, tanto che in una nota della senatrice pentastellata Barbara Guidolin si legge:
Il nuovo corso dell’Inps targato Giorgia Meloni si apre con un atto propagandistico senza precedenti. In alcuni cedolini di luglio i pensionati vengono indotti a credere che la 14/a sia in realtà una gentile concessione del governo. Siamo di fronte a un evidente sotterfugio per mascherare l’inerzia dell’esecutivo sul fronte pensionistico. Anzi, laddove sono intervenuti, questi signori hanno fatto solo disastri, come dimostra la cancellazione di fatto di Opzione Donna.
I reali aumenti sulle minime
Ma in realtà, quali dovrebbero essere i reali aumenti che i pensionati si dovrebbero aspettare sulle minime? La Legge di Bilancio 2023 ha previsto che quanti ricevono un assegno di importo pari od inferiore al trattamento minimo – che ammonta a 563,74 euro – dovrebbe ricevere un incremento, nel quale siano compresi anche gli arretrati, pari all’1,5%, nel caso in cui il diretto interessato abbia meno di 75 anni. Nel caso in cui abbia superato questa età, l’aumento è pari al 6,4%.
Gli aumenti, inutile dirlo, non sono molto alti. Si tratta, sostanzialmente, di 8,46 euro in più ogni mese per quanti hanno meno di 75 anni, che quindi andranno a percepire 572,20 euro. L’aumento, invece, è pari a 36,08 euro ogni mese per gli over 75, che dovrebbero arrivare a percepire 599,82 euro.
Discorso diverso, invece, è la quattordicesima, che viene corrisposta in un’unica soluzione nel corso del mese di luglio. Questa mensilità aggiuntiva si va ad aggiungere alla rata della pensione di luglio, per quanti hanno compiuto almeno 64 anni. Lo scopo di questi aumenti – al di là della confusione generata dal cedolino dell’Inps – è quella di proteggere il potere d’acquisto delle pensioni con un importo medio-basso.