Economia

Eurovita, salvataggio sottovoce. Serve più comunicazione ai risparmiatori

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Fatto il salvataggio, bisogna fare la comunicazione. Di questo infatti paiono essersi dimenticati Eurovita, le banche e le compagnie assicurative che hanno siglato l’accordo del 30 giugno scorso. Vediamo i suoi contenuti, le ultime novità e i problemi di comunicazione ai risparmiatori sorti attorno all’accordo.

Cosa prevede l’accordo per il salvataggio di Eurovita

L’accordo è stato siglato tra Eurovita e i vertici delle 5 principali compagnie assicurative italiane (Allianz, Generali, Intesa Vita, Poste Vita e Unipol Sai), le 25 banche distributrici ed alcuni dei principali istituti bancari italiani: Banca Agricola Popolare di Ragusa, Banca di Credito Popolare, Banca di Piacenza, Banca Fideuram, Banca Investis, Banca Popolare dell’Alto Adige, Banca Popolare di Lajatico, Banca Popolare di Puglia e Basilicata, Banca Popolare Sant’Angelo, Banca Profilo, Banco Desio, BNL, Cassa di Risparmio di Volterra, Cassa Lombarda, FinecoBank, Finint Private Bank, Gruppo Banca Monte dei Paschi di Siena, Gruppo BCC Iccrea, Gruppo Cassa Centrale Banca, Gruppo Cassa di Risparmio di Bolzano, Gruppo Credem, Gruppo Credit Agricole, Gruppo Unicredit, Mediobanca, UBS Europe SE – Succursale Italia. L’obiettivo è tutelare i 353 mila sottoscrittori delle polizze Eurovita, collocate tramite circa 6.500 consulenti finanziari e oltre 1.000 sportelli bancari.

In base al piano di salvataggio di Eurovita, le sue polizze saranno trasferite in una prima fase a una nuova azienda in via di costituzione partecipata dalle 5 compagnie assicurative summenzionate. In una seconda fase, queste ultime rileveranno l’intero portafoglio assicurativo delle banche distributrici e diventeranno pertanto le nuove compagnie di riferimento degli attuali clienti.

L’operazione è soggetta all’ottenimento di tutte le autorizzazioni regolatorie delle competenti autorità di vigilanza e fornisce un chiaro segnale di fiducia al mercato e alla clientela di Eurovita. Inoltre, la sospensione dei riscatti delle polizze Eurovita è stato prorogato dal 30 giugno al 31 ottobre 2023, al fine di completare il salvataggio.

Le novità sul salvataggio di Eurovita

Ieri la presidente di Ania, Maria Bianca Farina durante la relazione annuale dell’associazione ha detto che “nel salvataggio di Eurovita potrebbero aggiungersi altre compagnie assicurative” e ha espresso il suo sostegno all’accordo del 30 giugno scorso, che “dà un segnale inequivocabile di fiducia al mercato e agli assicurati e dimostra ancora una volta la solidità, la serietà e il grande senso di responsabilità degli importanti operatori intervenuti, nonché della cultura stessa dell’industria assicurativa”.

Ma la comunicazione latita

C’è un grande assente nel piano di salvataggio di Eurovita: una strategia di comunicazione chiara ed efficace nei confronti dei risparmiatori. La notizia dell’accordo infatti è stata ripresa prevalentemente da testate di settore, da sezioni di economia delle testate generaliste o locali e da qualche associazione dei consumatori. Non ha avuto lo spazio che si meriterebbe un accordo che salva i risparmiatori.

“Wall Street Italia” ha chiesto lumi alle banche e alle compagnie assicurative coinvolte, che ci hanno confermato che non stanno comunicando nulla ai sottoscrittori di polizze Eurovita e che potranno farlo solo dopo tutte le autorizzazioni al piano annunciato. In seguito ciascuna compagnia contatterà i clienti Eurovita che saranno entrati nei rispettivi portafogli. Altre precisano che “l’operazione è stata incanalata, ma ci vorranno ancora alcuni mesi per definire il tutto. La comunicazione è, quindi, un tema prematuro al momento”.

Diverso l’approccio del Gruppo Credem, che ci ha detto:

“Nel corso di questi mesi in cui il Gruppo ha collaborato attivamente alla soluzione di sistema, si è provveduto ad informare a più riprese ad informato i clienti coinvolti sulle evoluzioni della vicenda, sia con comunicazioni specifiche ad hoc, sia attraverso la costante attività dei consulenti sul territorio che hanno seguito in prima persona i rapporti con i clienti. Più in dettaglio, sono state inviate diverse comunicazioni specifiche ai clienti, l’ultima in ordine di tempo nei giorni scorsi per illustrare l’operazione di salvataggio messa in campo ed il decisivo ruolo svolto in essa dal Gruppo con l’obiettivo di mettere in sicurezza i risparmi dei clienti coinvolti. Nei prossimi mesi continueremo a tenere informati i clienti ed in questo senso i consulenti sul territorio  avranno un ruolo fondamentale per fornire tutta l’assistenza e le informazioni necessarie valutando  caso per caso eventuali esigenze specifiche e per far comprendere ai clienti che la soluzione individuata è particolarmente tutelante e mette in sicurezza le polizze poiché al termine del processo delineato nell’accordo, queste saranno gestite dalle principali e più solide compagnie assicurative a livello nazionale ed europeo mantenendo pienamente i contenuti impliciti per cui erano state scelte come strumento utile ad una corretta pianificazione finanziaria e patrimoniale”.

Nel frattempo, le associazioni dei consumatori sono già sul piede di guerra. Federconsumatori denuncia che centinaia di risparmiatori allarmati si sono rivolti alle sue associazioni per capire come agire e tutelare i loro risparmi. L’associazione dal canto suo afferma di aver chiesto “un incontro tempestivo al commissario (Santoliquido, ndr) per la gestione straordinaria di Eurovita affinché possa illustrare meglio alle associazioni i termini dell’accordo raggiunto, specialmente per quanto riguarda le criticità, rappresentate nel corso del passato incontro, le comunicazioni pubbliche, le dotazioni finanziarie e i tempi”.

Se fino a fine giugno era urgente il salvataggio della compagnia, come avevamo scritto su queste colonne, ora è ancora più urgente comunicare in modo chiaro e tempestivo che la compagnia è salva e i risparmi degli italiani pure. Altrimenti, rischiamo di veder riaffiorare paure e problemi di fiducia dei risparmiatori non solo verso Eurovita, ma verso il sistema assicurativo tout court, Il che significa per il settore riscatti anticipati e mancate stipule di polizze. E in ultima analisi, un calo di raccolta. Un film già visto. Sempre ieri la presidente di Ania ha ammesso che  il settore assicurativo vita è in una “fase difficile”, aggiungendo:

“Nei primi quattro mesi dell’anno la raccolta netta è negativa per 7 miliardi come risultato del calo dei premi e, soprattutto, di un volume delle uscite in forte aumento”.

Colpa dei rialzi dei tassi, che stanno spingendo forte i riscatti delle polizze tradizionali, alla ricerca di rendimenti più elevati. Farina osserva quindi che “è necessario creare le condizioni per cui l’assicurazione vita possa continuare a fornire risposte efficaci ai bisogni di sicurezza, stabilità e investimento di lungo termine degli italiani”. E i primi presupposti una comunicazione chiara, trasparente ed efficace nei confronti dei risparmiatori.