Wall Street reduce da sell off con paura Fed: grande attesa per report occupazionale Usa. L’outlook dopo shock ADP
Grande trepidazione per la pubblicazione, nella giornata di oggi, del report occupazionale Usa relativo al mese di giugno.
Ieri, lo shock ‘positivo’ del rapporto dell’occupazione relativo al settore privato ha messo KO Wall Street e l’azionario globale.
Dal report ADP è emerso infatti che, nel mese di giugno, l’economia degli Stati Uniti ha creato 497.000 nuovi posti di lavoro nel settore privato, più del doppio rispetto alla crescita di 220.000 buste paga attesa.
Il dato ha riacceso la paura di una Fed ancora più hawkish.
Nell’ultima riunione del 13-14 giugno, la Federal Reserve guidata da Jerome Powell ha lasciato i tassi sui fed funds Usa fermi al range compreso tra il 5% e il 5,25%.
Il presidente Powell ha tuttavia lasciato subito intendere che quella annunciata è stata solo una pausa, per poi indicare la necessità di almeno altre due strette monetarie nella battaglia contro la crescita dell’inflazione.
Gli analisti prevedono per il report occupazionale Usa che sarà diramato oggi, alle 14.30 ora italiana, una crescita di 240.000 nuovi posti di lavoro, rispetto al rialzo di maggio di 339.000 unità.
Ieri a Wall Street il Dow industrial average è sceso di 365,94 punti o -1,07% a 33.922,73 punti. Nei minimi intraday, il Dow Jones ha perso più di 500 punti.
Lo S&P 500 ha segnato un ribasso di 35,15 punti o -0,79% a quota 4.411.66, mentre il Nasdaq Composite è arretrato di 112,62 punti o -0,82% a quota 13.679.03.
Breaking news
Seduta positiva per le borse europee, grazie anche all’andamento positivo di Wall Street in scia alla riunione della Fed.
La Federal Reserve annuncia un significativo taglio dei tassi di interesse, il primo in quattro anni, con possibili ulteriori riduzioni entro fine anno. I mercati reagiscono positivamente, con forti guadagni per i principali indici statunitensi e un incremento della propensione al rischio che favorisce i titoli tecnologici.
La sterlina britannica ha raggiunto i massimi da marzo 2022 in seguito alla decisione della Banca d’Inghilterra di mantenere invariato il tasso d’interesse al 5%. La valuta si è rafforzata sia contro il dollaro che l’euro, in un contesto di politiche monetarie divergenti tra la BoE e la Federal Reserve americana.
Il comitato di politica monetaria della Banca Centrale della Turchia ha deciso di mantenere invariato il tasso di riferimento al 50%, nonostante l’analisi degli indicatori inflazionistici e la domanda interna in rallentamento.
