Economia

Mutui, 15 mld di crediti deteriorati: Sileoni invita BCE alla cautela

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Francoforte, abbiamo un problema”. Parafrasando il celebre messaggio lanciato da una navicella spaziale alla propria base nel 1970, immaginiamo Sileoni invitare alla cautela la BCE sui prossimi rialzi dei tassi d’interesse visto che il guasto non sembra essere di poca entità: 15 miliardi di crediti deteriorati (6,8 miliardi sui mutui) dalle famiglie italiane negli ultimi mesi. Vediamo tutto nell’analisi.

L’allarme di Sileoni

“Speriamo in un ripensamento della Bce sui tassi – ha affermato Lando Maria Sileoni, segretario generale della FABI (Federazione Autonoma Bancari Italiani) – È ormai evidente che l’azione della BCE per contrastare l’inflazione non sta generando i frutti sperati. I prezzi non calano significativamente e l’aumento così veloce del costo del denaro sta provocando un rialzo dei tassi di interesse su prestiti e mutui che mette in difficoltà sia le famiglie sia le imprese. La Bce ha già preannunciato di portare il tasso base al 4,25% il prossimo 27 luglio. Noi speriamo in un ripensamento e, comunque, ci auguriamo che tutte le prossime decisioni siano assunte con maggiore cautela da parte della Banca centrale europea”.

I dati dei finanziamenti

Vediamo nel dettaglio qual è la situazione degli NPL finiti “in pancia” alle banche italiane dopo l’impennata dei tassi. I crediti deteriorati delle famiglie sono arrivati, a marzo scorso, a 14,9 miliardi: 6,8 miliardi di mutui non pagati, 3,7 miliardi di credito al consumo non rimborsato e 4,3 miliardi relativi ad arretrati di altri prestiti personali. Del totale di 14,9 miliardi, 5,7 sono sofferenze, cioè credito che la clientela non rimborserà più, altri 7,1 miliardi sono inadempienze probabili, circa 2 miliardi sono rate scadute. In Lombardia e Lazio l’ammontare delle rate non pagate è oltre i 2 miliardi. I mutui a tasso variabile, colpiti dai tassi in salita, ammontano a 140 miliardi. Campania, Puglia e Basilicata, Sicilia e Veneto superano il miliardo. Un quadro incandescente, che con ulteriori restrizioni monetarie, rischia di esplodere.

I mutui già erogati

I mutui erogati sinora si attestano a quota 425 miliardi. Il valore complessivo dei mutui per l’acquisto di abitazioni ammontava, a fine aprile 2023, a 425,5 miliardi di euro, in crescita di circa 50 miliardi rispetto a fine 2017 (+13,4%). Circa un terzo del totale, vale a dire 140 miliardi, si riferisce a mutui a tasso variabile. Sul totale di 25,7 milioni di famiglie italiane, quelle che hanno un mutuo sono circa 3,5 milioni, su un totale di 6,8 milioni di cittadini indebitati anche con altre forme di finanziamento, come il credito al consumo e i prestiti personali. Tra credito al consumo e prestiti personali, le banche hanno erogato 251,2 miliardi di euro di prestiti ai cittadini, in linea con i valori di fine 2017, ma in rallentamento rispetto alla tendenza degli ultimi mesi, segno dell’incidenza negativa dell’aumento dei tassi d’interesse.

La situazione sul territorio

Sul piano territoriale, questo il quadro sui mutui, in Lombardia gli arretrati valgono 1,4 miliardi (618 milioni di sofferenze, 707 milioni di inadempienze probabili e 124 milioni di rate scadute); nel Lazio il fenomeno vale 934 milioni (327 milioni di sofferenze, 503 milioni di inadempienze probabili e 104 milioni di rate scadute); in Campania l’ammontare è pari a 614 milioni (279 milioni di sofferenze, 275 milioni di inadempienze probabili e 60 milioni di rate scadute); la cifra riconducibile alla Sicilia è pari a 549 milioni (205 milioni di sofferenze, 282 milioni di inadempienze probabili e 62 milioni di rate scadute). Numeri tutt’altro che di poco rilievo.

L’allerta anche sul salva rate

Poi, Sileoni, ha parlato anche della proposta salva rate lanciata del governo. Anche questa misura ha dei costi e va valutata attentamente dal risparmiatore. “Occorre dire con chiarezza che qualsiasi decisione su iniziative delle banche per dare respiro alle famiglie deve essere presa senza ansia e soltanto dopo una adeguata valutazione. In particolare – spiega il segretario generale FABI – va detto che lo spalma-mutui non è privo di rischi né è un’operazione a costo zero. L’allungamento del piano di rimborso di un mutuo a tasso variabile comporta infatti un maggior ammontare di interessi da pagare alla banca oltre al fatto che ci si pregiudica la possibilità di poter beneficiare, nel medio-lungo periodo, di un’auspicabile riduzione dei tassi d’interesse”.

Insomma, il quadro generale che emerge sui crediti in Italia, in particolar modo relativamente ai mutui, è tutt’altro che rassicurante. La BCE, pur tenendo la barra dritta sull’azione di contrasto all’inflazione, non può e non deve ignorare gli allarmi provenienti dall’ultimo anello della catena, il risparmiatore, sul quale troppo spesso vengono scaricate inefficienze ed errori altrui.