Una tassa al 15% per le multinazionali: è questo, in estrema sintesi, il progetto della minimum tax globale che sta compiendo dei veri e propri progressi. Stando a quanto ha annunciato l’Ocse, 138 paesi hanno superato proprio in questi giorni una tappa storica per concludere un accordo fiscale che ha un valore senza precedenti.
La minimum tax globale è in fase di approvazione in 138 paesi, che messi insieme arrivano a rappresentare oltre il 90% del Pil a livello mondiale. I suddetti paesi, stando a quanto riferisce l’Ocse, si sarebbero accordati su una dichiarazione di risultati, attraverso la quale sarebbero stati riconosciuti i progressi compiuti fino a questo momento per permettere ai singoli paesi e alle rispettive giurisdizioni di attuare una vera e propria riforma, che permetterà l’introduzione della minimum tax globale.
Cos’è e qual è l’obiettivo della minimum tax
Ma in cosa consiste la minimum tax e perché è ritenuta così importante? Questa importante riforma fiscale globale, che come abbiamo visto è sostenuta direttamente da 138 paesi del mondo (nel fanno parte tutti i paesi dell’Ocse e del G20, con l’eccezione del Kenya, della Nigeria, del Pakistan e dello Sri Lanka) prevede l’introduzione:
- per le principali imprese multinazionali, di un nuovo sistema di imposizione nelle giurisdizioni nelle quali sono stati realizzati gli utili. Le grandi aziende, quindi, saranno chiamate a pagare le tasse nei luoghi e nei paesi nei quali operano e non semplicemente dove hanno la sede legale;
- una tassazione minima pari al 15% per i più importanti gruppi multinazionali, che abbiano un fatturato globale superiore a 750 milioni di euro. L’obiettivo di questa imposta è quella di andare a ridurre le possibilità di erosione della base imponibile e di trasferire all’estero gli utili.
Quali aziende saranno interessate alla minimum tax
Quali sono le aziende che saranno interessate direttamente dalla minimum tax globale? Secondo le prime stime dovrebbero essere interessate da questa novità oltre 100 tra le più grandi multinazionali che operano a livello mondiale. Grazie proprio alla minimum tax – come spiega l’Ocse – le multinazionali andranno a pagare la loro corretta quota di tasse indipendentemente dalle giurisdizioni nelle quali operano e nelle quali stanno realizzando un profitto.
Interessate a questo nuovo provvedimento sono le multinazionali con un fatturato annuo superiore a 750 milioni di euro. Tra le società ad essere interessate ci sono Google, Meta Platforms (la casa madre di Facebook ed Instagram), Apple ed Amazon. Questi gruppi saranno tenuti a pagare le imposte in ogni paese in cui sono localizzati i beni e le attività per le quali generano profitti. Non potranno, quindi, beneficiare di un fisco agevolato in alcuni paesi.
Quanto vale la minimum tax
Quanto può portare in dote la minimum tax? Difficile dare una risposta scientifica a questa domanda, almeno per il momento. Secondo alcune stime, grazie a questo provvedimento potrebbero arrivare almeno a 125 miliardi di euro di entrate fiscali a livello globale.
In altre parole viene applicato un nuovo regime internazionale di tassazione, in base al quale il 25% dei profitti – che devono eccedere il 10% dei ricavi – delle multinazionali deve essere versato nelle giurisdizioni di mercato nelle quali queste imprese superano una soglia di ricavi rilevanti.
A che punto sono i lavori
Come stanno procedendo i lavori per l’applicazione della minimum tax? Nell’Unione europea, ad esempio, gli Stati membri hanno il compito di recepire le nuove norme europee con la quale è stata introdotta la minimum tax entro il 31 dicembre 2023. Dal 1° gennaio 2024 la normativa in materia diventerà efficace su tutto il territorio dell’Ue.
In Svizzera, invece, gli elettori hanno appena votato un referendum attraverso il quale introdurre nel paese la minimum ta: la Svizzera si è unita nel 2021 al gruppo dei paesi che sottoscritto l’accordo voluto dall’Ocse per la tassazione delle multinazionali.