L’argomento del salario minimo e dei mutui è al centro del dibattito pubblico in Italia, e di recente il governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, ha espresso le sue opinioni su entrambe le questioni.
In un’intervista a Start su Sky TG24, Visco ha sostenuto la necessità di mantenere un orientamento restrittivo per contrastare l’inflazione, ma allo stesso tempo ha evidenziato la cautela necessaria nell’attuare politiche monetarie restrittive, considerando che gli effetti di tali misure si vedono nel tempo.
Mutui, nessun problema sistemico
Per quanto riguarda i mutui, Visco ha sottolineato che coloro che hanno scelto un tasso variabile hanno sperimentato un aumento delle rate fino al 70% a causa dell’aumento dei tassi operato dalla Banca Centrale Europea (BCE) per contrastare l’inflazione. Tuttavia, ha anche sottolineato che i mutui a tasso variabile rappresentano solo un terzo del totale e che le misure in corso aiuteranno le famiglie più bisognose.
“Il debito delle famiglie in Italia è il più basso d’Europa. I mutui variabili sono solo un terzo e quelli da inizio 2023 hanno un cap. Vi sono misure in corso che aiuteranno i più bisognosi”.
Visco ha evidenziato l’importanza dell’informazione e della comprensione del rischio da parte dei mutuatari, sottolineando che la scelta di un tasso variabile comporta la consapevolezza di un possibile aumento dei costi. Nonostante l’aumento dei tassi, Visco ha rassicurato che non vi è alcun problema sistemico o di stabilità finanziaria derivante da questa situazione.
Il punto di vista di Visco sul salario minimo
Passando al tema del salario minimo, Visco si è detto favorevole alla sua adozione per legge. Ha evidenziato che molti lavoratori non sono coperti dai contratti collettivi e che essi dovrebbero avere una retribuzione ragionevole. Visco ha espresso preoccupazione per le persone che svolgono lavori precari e che potrebbero essere sottopagate in modo significativo. Ha sottolineato inoltre la necessità di proteggere coloro che svolgono lavori precari garantendo loro una retribuzione adeguata.
Riguardo alla politica monetaria attuata dalla BCE, Visco ha difeso le decisioni prese dalla presidente Christine Lagarde per contrastare l’inflazione. Ha sottolineato che gli effetti delle politiche monetarie si manifestano nel corso del tempo e che si stanno già vedendo i primi effetti sui tassi dei prestiti, che sono aumentati, influenzando anche la domanda di finanziamenti.
Visco ha anche commentato il sistema bancario italiano, affermando che è ancora piuttosto solido. Ha tuttavia sottolineato la necessità di prestare attenzione alla crescita dei crediti deteriorati e ha invitato le banche a non eccedere nella distribuzione dei dividendi, ma a mettere da parte risorse per far fronte ai rischi.
Il governatore della Banca d’Italia ha anche affrontato altri temi, come il Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) e la sua carriera all’interno della Banca d’Italia. Riguardo al PNRR, ha evidenziato la necessità di discussioni con la Commissione europea, che svolge un ruolo di verifica importante. Ha sottolineato l’effetto positivo che il PNRR può avere sull’economia italiana, generando una crescita del PIL.
Dopo dodici anni alla guida della Banca d’Italia e cinquanta complessivi all’interno dell’istituzione, Visco lascerà la sua posizione a ottobre. Ha sottolineato la complessità dei momenti difficili che ha affrontato durante la sua carriera, come la crisi del debito durante il governo Monti, ma ha anche riconosciuto l’importanza delle misure prese in quei momenti per la stabilità del paese.
Le opinioni espresse da Ignazio Visco sul salario minimo e sui mutui rappresentano una voce autorevole nel dibattito in corso in Italia.