Nell’ambito della stagione di trimestrali statunitensi, i conti delle grandi banche degli Stati Uniti sono seguiti con grande interesse dagli investitori e gli analisti. I risultati delle istituzioni finanziarie, infatti, forniscono un’importante panoramica sull’economia e possono influenzare le decisioni di investimento in tutto il settore bancario e non solo. Il sentiment dei mercati per la seconda metà dell’anno potrebbe essere significativamente condizionato dai report sugli utili in uscita in questi giorni.
La tenuta del comparto del credito è sotto osservazione anche da parte delle banche centrali e in particolare della Federal Reserve, dopo i dissesti di marzo che hanno portato ai fallimenti di alcuni istituti regionali. Le prossime decisioni in tema di politica monetaria, e dunque di tassi di interesse, potrebbero dipendere anche da questa earning season. Vediamo come si sono comportate le grandi banche americane nel secondo trimestre.
JPMorgan
JPMorgan Chase & Co., una delle banche più grandi e prestigiose degli Stati Uniti, ha pubblicato oggi i risultati del secondo trimestre 2023. La banca ha superato le aspettative degli analisti grazie a solidi guadagni. Nel secondo trimestre, JPMorgan ha registrato un utile netto 14,47 miliardi di dollari, o 4,75 dollari per azione, rispetto agli 8,65 miliardi di dollari, o 2,76 dollari per azione, nello stesso periodo dello scorso anno. Questo rappresenta un aumento significativo rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
Il fatturato totale è stato di 42,4 miliardi di dollari, superando anche le previsioni degli analisti. JPMorgan ha beneficiato di un solido rendimento nelle divisioni di trading e di un aumento dei ricavi delle commissioni.
Wells Fargo
La banca americana ha riportato nel secondo trimestre un aumento del 29% nel reddito netto da interessi, che ha raggiunto i 13,16 miliardi di dollari. Tale crescita è stata influenzata dagli aumenti dei tassi di interesse da parte della Federal Reserve degli Stati Uniti. Wells Fargo ha anche revisionato al rialzo le sue previsioni per il reddito netto da interessi, prevedendo che supererà i 45 miliardi di dollari dell’anno precedente, con un aumento del 14%.
Allo stesso tempo, l’accantonamento per perdite su crediti, incluso potenziali perdite sui prestiti per uffici di immobili commerciali, ha registrato un aumento a 1,71 miliardi di dollari. Nonostante questi risultati positivi, Wells Fargo continua a operare con un limite di asset che ne limita la crescita, fino a quando non verranno risolti i problemi normativi.
Citigroup
Citigroup ha riportato una significativa contrazione dei profitti nel trimestre. Questo calo è stato attribuito a una diminuzione delle spese aziendali, un minor numero di accordi e un costoso processo di riduzione del personale. L’utile netto della banca è stato di 2,9 miliardi di dollari, una diminuzione rispetto ai 4,5 miliardi di dollari registrati nello stesso periodo dell’anno precedente. Inoltre, le entrate sono diminuite dell’1%, arrivando a 19,4 miliardi di dollari.
Le attività di corporate e investment banking della banca hanno registrato un calo del 44% dei ricavi, mentre le commissioni derivanti dalle attività di mercato sono diminuite del 13%. Nonostante queste sfide, il settore delle carte di credito al dettaglio di Citigroup ha visto un aumento dei ricavi del 27%, contribuendo a superare le aspettative di Wall Street in termini di profitti totali.
È importante notare che i risultati trimestrali delle banche possono essere influenzati da molteplici fattori, tra cui le condizioni economiche generali, le politiche monetarie, le fluttuazioni dei mercati finanziari e le decisioni aziendali. Gli investitori e gli analisti continueranno a monitorare attentamente le performance delle banche negli Stati Uniti per ottenere indicazioni sull’andamento dell’economia e per prendere decisioni di investimento informate.
Morgan Stanley
Morgan Stanley ha registrato un fatturato di 13,5 miliardi di dollari, in aumento da 13,1 miliardi del 2Q 2022 e sopra le stime, mentre l’utile netto è sceso a 2,2 miliardi di dollari (-13%) da 2,5 miliardi del periodo di confronto, in un contesto che rimane sfidante. La società ha anche accumulato costi di liquidazione per $308 milioni legati a oltre 3.000 licenziamenti effettuati all’inizio dell’anno per far fronte alla carenza di operazioni nel settore.
A differenza delle altre grandi banche statunitensi, che hanno riportato guadagni superiori alle aspettative, Morgan Stanley sconta una maggiore dipendenza dal trading, il cui fatturato è calato del 22%, e dalle operazioni di fusione e acquisizione, che hanno subito un rallentamento.
La CFO Sharon Yeshaya ha comunque espresso ottimismo per il resto dell’anno. A inizio anno Morgan Stanley ha delineato un piano per quasi raddoppiare il profitto nell’attività di gestione patrimoniale nei prossimi anni. Il nuovo obiettivo a lungo termine della banca, pari a oltre $12 miliardi di utili pre-tasse, sarà raggiunto grazie a una combinazione di crescita degli asset, maggiori prestiti e mercati in espansione. La unit, che ha beneficiato quest’anno di maggiori interessi a seguito dell’aumento dei tassi, ha segnalato ricavi per $6,66 miliardi, in aumento del 16% rispetto all’anno precedente.
Bank of America
Bank of America ha registrato un aumento dei ricavi pari all’11% a 25,2 miliardi di dollari, con un margine di interesse in miglioramento del 14% a 14,2 miliardi, sostenuto anche dall’inasprimento monetario della Fed. Le entrate da trading nel comparto del reddito fisso, nelle valute e materie prime sono cresciute del 18% a 2,8 miliardi, spinte dalla reazione dei clienti ai cambiamenti dei tassi di interesse. L’utile netto si è incrementato del 19% a 7,4 miliardi, pari ad un EPS diluito di 0,88 dollari, rispetto a 0,73 dollari del secondo trimestre 2022.
“Continuiamo a vedere un’economia statunitense sana, che sta crescendo a un ritmo più lento, con un mercato del lavoro resiliente. Tutte le attività hanno registrato buoni risultati e abbiamo osservato un miglioramento delle quote di mercato, in particolare nelle attività di Sales and Trading e di Investment Banking. Un solido bilancio e un’ampia liquidità ci hanno permesso di continuare a investire per generare valore a lungo termine per gli stakeholder”, ha dichiarato il Ceo e presidente, Brian Moynihan.
I depositi di Bank of America sono diminuiti dell’1,7% rispetto al trimestre precedente a $1,88 trilioni, meno del calo del 3% previsto dagli analisti. Le entrate dell’investment banking sono aumentate di quasi il 6%, meglio di quanto atteso dagli esperti, grazie ai segnali di ripresa delle operazioni di dealmaking. Infine, Bank of America ha accantonato meno di quanto previsto per possibili perdite su crediti (1,13 miliardi rispetto a 1,2 attesi), segnalando un miglioramento delle prospettive economiche.
Goldman Sachs
Forte calo della redditività per Goldman Sachs, che ha registrato uno dei peggiori trimestri in quasi cinque anni sotto la guida del CEO David Solomon. L’utile netto della banca è crollato del 58% a 1,22 miliardi di dollari, mentre l’EPS diluito è sceso di oltre il 60% a 3,08 dollari, rispetto a 7,73 dollari del secondo trimestre 2022.
I risultati sono stati influenzati negativamente dal calo nel settore dell’investment banking, oltre che dalle svalutazioni da 504 e 485 milioni rispettivamente legate a GreenSky e agli investimenti nel real estate.
I ricavi hanno subito una flessione dell’8% a 10,9 miliardi, pur risultando superiori alle previsioni degli analisti. In particolare, le commissioni da investment banking sono diminuite del 20% a 1,43 miliardi di dollari, mentre le entrate di trading sono diminuite del 14%. Nel dettaglio, i ricavi dal trading in reddito fisso, valute e materie prime sono scesi del 26%, mentre quelli da trading azionario sono rimasti sostanzialmente invariati.
L’incertezza sulla traiettoria dell’economia continua a rappresentare un ostacolo, frenando l’attività di fusioni e acquisizioni a livello globale, in riduzione del 36% rispetto all’anno scorso nel secondo trimestre. La banca ha già licenziato migliaia di dipendenti per ridurre i costi e attutire l’impatto della minore attività di dealmaking, ma altri tagli potrebbero essere implementati.
Come stanno andando le trimestrali e quali sono le previsioni?
Analizzando i dati concreti sulle prospettive, queste non appaiono così negative. Per quanto riguarda le aziende che hanno già pubblicato i rapporti finanziari del secondo trimestre del 2023, finora i risultati sono incoraggianti. Secondo i calcoli di Bloomberg, 116 società americane hanno già alzato il velo sui conti, superando mediamente del 2,36% le stime sul fatturato e del 8,34% quelle sugli utili.
Secondo le previsioni della stessa Bloomberg, questo sarebbe il terzo trimestre consecutivo con un calo degli utili netti su base annua, ma contemporaneamente segnerebbe anche l’ultimo trimestre con andamenti negativi. Bloomberg ha rilevato una diminuzione annua dello 0,1% nell’ultimo trimestre del 2022, un calo annuo del 7,5% nel primo trimestre 2023 e prevede una contrazione del 7,1% nel periodo aprile-giugno di quest’anno.
Nel trimestre in corso, ovvero il terzo (luglio-settembre 2023), si prevede che l’utile netto medio delle società quotate nell’S&P 500 aumenti dello 0,3% rispetto all’anno precedente.