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LA TV E’ UNA SCHIFEZZA, PAROLA DI AUTHORITY

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(WSI) –
La televisione va male, anzi malissimo: “Alla pervasività non corrisponde la sua qualità che è andata sempre più scadendo, per il presupposto, che quanto più si abbassa il livello di una trasmissione tanto più si allarga il target dei telespettatori”.

Contiene una dura requisitoria nei confronti dell’offerta televisiva la relazione annuale del presidente dell’Autorità delle comunicazioni Corrado Calabrò. “E i bambini – ha detto provocatoriamente il presidente – se ne stanno per ore sul divano a guardare la televisione bevendo bibite e sgranocchiando merendine, patate, biscotti, bersagliati dalla pubblicità che ne stimola in modo accattivante il desiderio di mangiare”.

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Nonostante la diffusione di Internet, ha sottolineato Calabrò, “l’influenza della televisione sul costume e sulle opinioni è ancora enorme: per parecchi rappresenta una forma di validazione della realtà. Per non pochi è la vera realtà, sostitutiva di quella vissuta, come dimostra il successo dei reality show che sono la caricatura della realtà”. “Forte è la preoccupazione – ha aggiunto Calabrò – che possa esservi qualche nesso causale tra comportamenti antisociali e cattiva televisione. Abbiamo sanzionato la tv volgare e, in particolare, le trasmissioni lesive dei diritti dei minori”.

Secondo l’Authority, la Rai dovrebbe rispettare la sua “missione” di servizio pubblico dando più spazio alla qualità, alla cultura e ai contenuti. Quanto alla pubblicità, “i mercati televisivi – osserva il presidente dell’Authority – sono ancora caratterizzati da una concentrazione elevata. Nel 2006, nella raccolta pubblicitaria televisiva la quota dei primi due gruppi, Mediaset (55 per cento) e Rai (29 per cento) è stata ancora pari all’84 per cento”. Nel complesso, il peso della pubblicità televisiva è pari al 53 per cento del totale, mentre la carta stampata assorbe il 32 per cento.

“Sebbene nei primi cinque mesi di quest’anno – fa notare Calabrò – si sia registrato un lieve calo per le tv (-2,7 per cento) e un certo incremento per la stampa quotidiana (+3,6 per cento) il rapporto tra stampa e televisione, nel nostro paese, rimane squilibrato rispetto agli altri Paesi europei”.

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